Cover Reveal “Sotto… sotto… è ancora amore” di Barbara Pesenti

Readers sveliamo la cover del romanzo di Barbara Pesenti 😍

Esce oggi “Sotto… sotto… è ancora amore” 😘

Titolo: Sotto… sotto… è ancora Amore
Autore: Barbara Pesenti
Data pubblicazione: 21 Ottobre 2019
Editore: Self Publishing 
Genere: Rosa, Chiclit
Link Amazon: https://www.amazon.it/Sotto-sotto-ancora-amore-Lady-ebook/dp/B07Z27W276/ref=sr_1_1?qid=1571236981&refinements=p_27%3ABarbara+Pesenti&s=digital-text&sr=1-1&text=Barbara+Pesenti


 
 
 
Trama:
 
Maddy è una donna quarantenne vedova e con una figlia ormai maggiorenne. Attualmente vive in Italia con il suo meraviglioso Pit Bull e la sua amica Niky, mentre la figlia si è trasferita a New York.
Dopo tre lunghi anni passati a fare il vegetale tra il divano ed il letto è arrivato il momento di tornare a vivere. Deve ricostruire la sua vita da zero perché per vent’ anni ha condiviso ogni secondo della sua vita con Luca, in perfetta simbiosi e non crede di essere in grado di vivere da sola. L’unica cosa che l’ha tenuta in vita è stata sua figlia altrimenti avrebbe raggiunto suo marito in cielo. La mancanza della figlia è forte così decide di mettersi in gioco…in una metropoli dall’altra parte del Mondo.  A New York l’aspetta forse l’amore? Chi ha detto che si può amare una sola volta nella vita! Logan è un single che pensa solo al lavoro e non sta cercando l’amore…ma quando gli cade dritto fra le braccia è colpo di fulmine. Il destino non è scritto, ma è nelle tue mani e lo puoi assecondare o sfidare…
 
 
Non è il solito romanzo d’amore, ma un viaggio nell’anima di una donna matura che ha deciso di prendere in mano la sua vita ormai al capolinea per ricostruirla dall’inizio. Una meravigliosa avventura che si snoda attraverso luoghi reali e sconosciuti di una delle città più belle al mondo arricchita da incomprensioni linguistiche e gaffes.
 
ESTRATTO DELL’INCONTRO TRA MADDY E LOGAN


“Cazzo!”
Ops mi è sfuggita una parolaccia!
Alzo gli occhi dallo schermo e mi accorgo di essere andata a sbattere contro un muro di morbido acciaio, alto molto più di me -sono bassa un metro e sessanta – e largo almeno il doppio. Presa allo sprovvisto inizio a tremare e per timore della reazione da parte dello sconosciuto non lo guardo nemmeno in faccia. Resto con gli occhi fissi all’altezza del suo torace avvolto da una giacca grigio fumo e una camicia che una volta era azzurra, prima che io gli versassi sopra il mio tea!
In preda al panico inizio una litania a voce alta di improperi e scuse in italiano.
“Ma cavolo! Come si fa ad essere così stupide!! Sei a New York da appena quattordici ore e già combini un casino! Idiota! Adesso come diamine fai a scusarti con mister “Hulk “! Come minimo chiama la polizia e ti fa arrestare, sempre che prima non ti stozzi lui per averlo inzuppato! Lo sapevi che non eri ancora pronta per rimetterti a confronto con il resto della popolazione normale! Diamine! Possibile che mi caccio sempre nei guai…e mica di quelli piccoli! Noooooooo! Enormi! Altrimenti che divertimento c’è!”
“Ti prego, smettila, non aggiungere un’altra parola altrimenti mi piego dal ridere in mezzo alla strada!” 
“Non posso smettere devo trovare un modo per scusarmi e riparare al da…”
Le parole mi muoiono in gola quando mi accorgo che “Hulk” si è rivolto a me in italiano! Non può essere, ho sentito male. Colta di sorpresa e con enorme stupore domando incredula: “ma lei parla italiano?”
Prendo coraggio e alzo lo sguardo incontrando il viso sorridente di un uomo sui trentacinque anni, capelli corti ai lati e più lunghi al centro, castano scuro e leggermente ondulati. Occhi nocciola con espressione palesemente divertita – e non arrabbiarti come dovrebbero essere – mi fissano.
“Si, esattamente dall’età di sei anni. La mia tata era di origini italiane e me lo ha insegnato”.
Non ci posso credere! Sono nella metropoli più grande e multirazziale del mondo e trovo un americano che parla miracolosamente italiano! Nella sfiga ho un po’ di fortuna. Perfetto, sarà più facile scusarsi.
“Mi dispiace averla sporcata, ma avevo le mani entrambe occupate e non sapevo quale direzione prendere. Sono appena arrivata e non mi so ancora orientare. Sta bene? Si è scottato? Vuole darmi i suoi vestiti da lavare? O le posso pagare la lavanderia. Alloggio in un albergo qui vicino, può venire nella mia stanza mentre aspetta che la lavanderia interna lavi la camicia. No! Questa cosa non è bella da dire, non mi fraintenda, voglio solo poter riparare al danno il prima possibile per non rovinarle la giornata”.
Come al solito, quando sono agitata, non riesco a smettere di parlare rischiando anche di far precipitare la situazione.
“Tranquilla, non ti devi preoccupare! Sto bene e in ufficio ho sempre un cambio pronto per ogni evenienza”.
“Cosa posso fare per farmi perdonare?”

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