#FanFiction #CinquantaSfumaturediMrGrey #ThisMan

Quando mi sveglio, non ho la più pallida idea di quanto tempo sia passato. Anastasia è accoccolata contro di me e dorme beata. Mi prendo un bel po’ di tempo per guardarla, osservarla senza essere visto. I miei occhi scrutano adoranti il viso della donna che amo, ammirando la sua bellezza angelica, le sue labbra rosa appena un po’ sporte, le guance rosee e i capelli sparsi sul cuscino sotto di lei. Chiudo per un attimo gli occhi, sopraffatto dai ricordi. Dal primo istante in cui l’ho vista ho capito che era particolare. Che avrebbe fatto parte della mia vita. Che la volevo con ogni fibra del mio essere. Sospiro, realizzando che è dal quel giorno che vivo per lei. Che vivo. Prima respiravo. Un atto puramente meccanico che mi permetteva di andare avanti giorno dopo giorno, tutti vuoti e privi di senso.Ma ora che ho lei è tutto diverso. Vedo, sento, provo dei sentimenti. Provo tutto quello che mia madre ha cercato di tirarmi fuori in questi anni, insieme a Carrick, Elliot e Mia. E tutto ciò che Elena ha cercato di seppellire. IL mio cuore scalpita ogni volta che sono al cospetto di una ragazza semplice, che da quando la conosco non mi ha mai chiesto nulla, ma ha solo dato. Cuori e fiori. Questa è l’unica cosa che avrebbe voluto. Stringo forte gli occhi mentre un piano inizia a formarsi nella mia mente. Ho bisogno di organizzarmi per fare le cose in grande come ho intenzione di fare. Sospiro, sorridendo furbescamente. Mi avvicino a lei e le strofino il naso sulla guancia. Ana si agita nel sonno, fino a svegliarsi. Sorrido contro la sua pelle calda.
«Hai fame?» le sussurro piano, succhiandole il lobo dell’orecchio.
«Mmh… molta» risponde con voce rauca.
«Anch’io» dico, sdraiandomi sulla schiena e guardando il soffitto.
Le si solleva sui gomiti e si volta a guardarmi con un sopracciglio inarcato.
«È il tuo compleanno, Mr Grey. Ti cucino qualcosa. Cosa desideri?» chiede sospirando beata.
«Sorprendimi» le dico malizioso, facendo scorrere una mano sulla sua schiena candida. All’improvviso il mio appetito è rivolto di nuovo a lei. La voglio ancora. Ma non posso dilungarmi troppo. «Io dovrei dare un’occhiata al BlackBerry per controllare i messaggi che mi sono perso oggi». Sospiro, tirandomi su a sedere. La guardo e la tentazione è più forte di me. «Facciamo la doccia» le dico.
Lei sorride e io salto giù dal letto. Mi infilo i pantaloni del pigiama e l’aiuto a rimettersi la vestaglia. Scendiamo di sotto tenendoci per mano e scambiandoci teneri baci sulle scale. Baci che si fanno infuocati ancora prima di raggiungere il nostro bagno. Entro, spingendola mentre la bacio tenendole il viso tra le mani. E la sua vestaglia ci mette poco meno di un secondo a toccare di nuovo il pavimento. Proprio come il mio pigiama. Mi stacco per aprire la doccia, senza smettere però di tenere lo sguardo fisso su di lei.
<<Non mi basti mai, Anastasia. Non sono mai sazio di te>> le sussurro, avvicinandomi di nuovo.
In risposta lei mi bacia, lasciando scorrere le mani sul mio petto, risalendo sino alle spalle e allacciandole dietro al mio collo. La sollevo ed entro con lei nella doccia, inchiodandola alla parete. Non c’è bisogno di parlare stavolta. Non c’è bisogno di nulla. Mi lascio scivolare dentro di lei e inizio a muovermi, penetrandola a fondo ad ogni colpo. Lei geme, reclinando la testa all’indietro, contro le piastrelle fredde. L’acqua ci scorre addosso, ma io riesco a sentire solo lei. Solo lei che mi avvolge, mi stringe e mi porta al culmine insieme con lei.
Venti minuti più tardi, dopo le coccole post sesso, sono chiuso nel mio ufficio a rimuginare. Ho controllato velocemente le email di lavoro e per fortuna non mi ci è voluto molto. Ora sto tentando di mettere insieme la mia proposta di matrimonio per Anastasia. Ma da solo non posso farcela. Mi serve l’aiuto di una persona. Tamburello con la matita sulla scrivania, tenendo il BlackBerry con l’altra mano. Faccio un profondo sospiro e mi decido ad avviare la chiamata.
<<Christian, tesoro>>
La voce calda di mia madre mi scioglie il cuore. “Solo tu puoi aiutarmi in questa cosa”.
<<Mamma>>
Non riesco a dire altro, preoccupato e ansioso come sono in questo momento. ‘Che cazzo, Grey. Ana ha già dettod i sì. Non si rimangerà di certo la parola ora’. Però sono ansioso lo stesso. Mia madre, evidentemente, percepisce il mio stato d’animo.
<<Cosa c’è che non va, Christian?>> mi chiede preoccupata.
Sospiro e deglutisco a vuoto per un paio di volte. “OK. Ora o mai più”.
<<Mi sposo, mamma>> sussurro, la mia voce a malapena udibile.
Fa uno strano effetto parlarne con qualcuno che non sia Anastasia. Dall’altro lato non sento nessun grido di gioia o campane che suonano a festa. Silenzio. Solo silenzio. E per un attimo questo mi ferisce. Poi sento un singhiozzo soffocato e sorrido contro la cornetta.
<<Non piangere, mamma>>dico con tono indulgente, sorridendo. <<Sei la prima a saperlo. Oltre ad Anastasia, ovviamente>> ridacchio e lei mi segue a ruota.
<<MIo DIo, Christian. E’ così…inaspettato>> mormora tra le lacrime.
<<Forse. Ma è la donna giusta per me, ne sono certo>> sussurro deciso.
<<Sì, lo so>>
La sua ammissione mi lascia sorpreso. La assorbo, lasciando che attecchisca dentro di me e poi faccio l’ennesimo sospiro.
<<Ora ho bisogno del tuo aiuto però>>
Dopo aver dato a mia madre tutti i dettagli di cui necessita affinché la rimessa delle barche diventi un posto indimenticabile per Anastasia e nessuno, neppure Mia, anzi soprattutto Mia, venga a saperlo, sono di nuovo fermo a fissare il telefono come un ebete. Ho organizzato la squadra di recupero per Charlie Tango, per prendere tempo, ma ora non posso rimandare. Devo farlo. Proprio in quel momento il mio telefono suona. E’ Ros. Infilo gli auricolari e ascolto la relazione che lei mi snocciola a telefono sull’ultima videoconferenza con Taiwan. Il suono dell’arrivo di una mail mi distrae per un attimo. La apro mentre ascolto Ros. E’ di Ana. Aggrotto la fronte e la leggo.
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 18 giugno 2011 13.12
Oggetto: Pranzo
Caro Mr Grey,
ti sto mandando una mail per informarti che il tuo pranzo è quasi pronto. E che il sesso che ho fatto stamattina era incredibile e perverso. Il sesso perverso dovrebbe essere raccomandato il giorno del compleanno. E, un’altra cosa… ti amo.
A X
(la tua promessa sposa)
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Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 48 (terza parte)
Cathy mi sfinisce con domande su domande che riguardano Ava e le sue abitudini. Riesco a fuggire via solo con la promessa di farle sapere, entro la fine della giornata, tutto quello che c’è da sapere sulla mia ragazza.
Quando esco dall’edificio, Ava mi sta aspettando con un’aria soddisfatta. Evidentemente è riuscita ad ammaliare anche Clive.
«Devi parlarle» le dico con un sospiro. «Vuole sapere cosa mangi, che prodotti usi e cose di questo tipo» borbotto esasperato.
Mi scruta, sorridendo. La guardo incuriosito.
«Perché stai sorridendo?» le chiedo divertito, avvicinandomi.
«Non è strano che tu non sappia queste cose?» dice con un tono di voce che trasuda critica.
Le prendo la mano, continuando a camminare.
«Che vuoi dire?» domando cauto.
«Voglio dire che non sappiamo niente l’uno dell’altra» replica con lo stesso tono.
Faccio un profondo sospiro, fermandomi e costringendola a fare lo stesso. Mi metto di fronte a lei e la guardo negli occhi.
«Qual è il tuo piatto preferito?» domando.
Ava mi guarda corrucciata.
«Salmone affumicato» risponde dopo un attimo.
Sorrido.
«Lo sapevo» dico soddisfatto. «E che deodorante usi?» domando poi.
Ava sbuffa.
«Vaseline»
Alzo gli occhi al cielo, fingendo un sospiro di sollievo.
«Ora mi sembra di conoscerti molto meglio» la prendo in giro. «Sei contenta?»
Mi avvicino all’auto, senza aspettare risposta, e apro lo sportello per farla salire.
«Andiamo in macchina?» chiede.
«Be’, io non cammino e non uso i mezzi pubblici, quindi sì, andiamo in macchina. In ogni caso, dobbiamo fare un salto al Maniero per controllare che sia tutto a posto per stasera» le annuncio.
Cerca di nascondere la faccia delusa, ma non ci riesce. Tuttavia entra in auto e attende pazientemente che lo faccia anche io. In città a quest’ora c’è molto traffico. Accendo lo stereo sorridendo quando gli Oasis iniziano a cantare Morning Glory. Canticchio sottovoce, tamburellando con le dita sul volante. Vorrei fare questo ogni dannatissimo giorno. Sento lo sguardo insistente di Ava su di me e, infatti, quando mi volto verso di lei mi sta fissando.
«Che c’è?» domando.
«Stavo pensando a quanto ti amo» dice con un sospiro, abbassando il finestrino.
Mi piace la naturalezza con cui pronuncia quelle parole.
«Lo so» le dico, allungandomi ad afferrarle un ginocchio. «Dove vado?» chiedo poi.
Ava mi sorride.
«Oxford Street. Tutti i negozi che mi piacciono sono in Oxford Street»
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Il Lord del Maniero – Capitolo 55 (seconda parte)

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