#FanFiction #CinquantaSfumaturediMrGrey #ThisMan #AnitaSessa

Anastasia sbianca totalmente  mentre la sua amica la guarda con aria truce. Si muove come d’istinto, frapponendosi tra me e Kate, come a volermi proteggere da lei. Osservo con sospetto il suo movimento.
«Che cosa c’è?» le chiedo, guardingo.
Ana non si volta nemmeno a guardarmi, ma fissa la sua amica con la stessa aria arrabbiata.
«Kate! Questo non ha nulla a che vedere con te.» urla.
La rabbia nella sua voce mi sorprende, ma soprattutto mi ricorda la mia quando qualcuno osa toccarla. Miss Kavanagh sbatte le palpebre, sorpresa quanto me per la reazione così inusuale per Anastasia. Sgrana gli occhi, incredula.
«Ana, cosa succede?» le chiedo di nuovo, mentre inizio a perdere la pazienza.
«Christian, per favore, puoi lasciarci da sole?» mi chiede, la voce rabbiosa, ma leggermente tremante stavolta.
“E’ ora di prendere in mano la situazione”.
«No. Fammi vedere» le ordino duramente, tenendendole la mano.
Mi fissa negli occhi, implorandomi in silenzio. Ma non ha scelta. E lo sa bene. Lentamente, allunga riluttante le dita e lascia cadere nel mio palmo il foglio di carta. Quando lo apro, il mondo mi crolla addosso. Le sento parlare, ma non capisco realmente quello che si dicono. Percepisco la rabbia di Ana che non accenna a scemare, la forza nelle sue parole, per difendere qualcosa che per lei è importante. Noi due. E allo stesso tempo, lasciando scorrere gli occhi sul foglio che ho tra le dita, non capisco come io per primo possa aver tentato di rovinare quello che avevamo. Con delle stupidissime regole, con richieste assurde, imponendole la mia volontà piuttosto che lasciarmi andare ai sentimenti che provavo per lei già da tempo. Quella mail, in cui risponde alle mie richieste, è un vero e proprio schiaffo in pieno viso per me.
«Dove l’hai trovato?» chiedo a Katherine, impassibile.
Tengo a freno la mia rabbia, preoccupato per come potrebbe reagire dopo aver letto questa mail. Penserà che….penserà che sono un sadico che si diverte a picchiare la sua migliore amica. “E come potrei dire il contrario?”.
«Questo è irrilevante» replica la Kavanagh. Per un attimo vacilla sotto il mio sguardo duro. Poi si affretta a rispondere. «Era
nella tasca di una giacca… che presumo sia tua…e che ho trovato appesa alla porta della camera da letto di Ana»
Continuiamo a fissarci, mentre Anastasia resta tra di noi a separare le nostre furie.La guardo,sperando che la sua lingua lunga non  l’abbia portata a confidarsi con mio fratello.
«L’hai detto a qualcuno?»le chiedo pacatamente, trattenendomi ancora.
«No! Ovviamente no!» sbotta lei, incredula e offesa dalla mia insinuazione.
“Oh, andiamo Miss Kavanagh. Non faresti questo mestieri se sapessi tenere a bada la curiosità e la lingua”.
Annuisco, rassicurato dalla sua espressione di puro sconcerto e con un sospiro mi rilasso. Mi giro, dando le spalle alle due ragazze e mi avvicino al camino prendendo un accendino dalla mensola e appiccando fuoco al foglio di carta. Lo lascio cadere nel camino, osservandolo fino a che non si è del tutto consumato, nel silenzio assordante della stanza.
«Neanche a Elliot?»
Stavolta è Anastasia a parlare e quando mi giro Katherine appare ancora più offesa. Addirittura quasi ferita dalle parole dell’amica.
«A nessuno» ribadisce con efnasi, guardandola sorpresa. «Voglio solo sapere che stai bene, Ana» le sussurra piano, sconfitta.
«Sto bene, Kate. Più che bene. Per favore, Christian e io stiamo bene, davvero bene. Quella è una storia vecchia. Per favore, dimenticatene»
Il tono di Anastasia è determinato a convincere l’amica della veridicità delle parole che le escono di bocca.
«Dimenticarmene?» sbotta Katherine, sbalordita. «Come posso dimenticarmene? Che cosa ti ha fatto?» sibila, osservandola meticolosamente da capo a piedi in cerca di segni visibili sul suo corpo.
“Le ho lasciato dei segni dentro, Miss Kavanagh. E spero di riuscire a lenire il suo dolore poco per volta”.
«Non mi ha fatto niente, Kate. Davvero. Sto bene» risponde Ana esausta, con un sospiro.
«Davvero?» le chiede l’altra perplessa, scrutandola ancora.
Sento che è giunto il momento di andarle in aiuto. Mi avvicino ad Anastasia e come sempre il mio corpo reagisce alla sua presenza. La abbraccio, attirandola a me con fare protettivo, senza distogliere lo sguardo da quello ora aggressivo di Katherine Kavanagh.
«Ana ha acconsentito a diventare mia moglie, Katherine» le dico pacatamente, osservando i suoi occhi verdi diventare enormi.
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Cinquanta sfumature di Mr Grey  – Capitolo 49 (prima parte)
Entriamo nel negozio e Ava si perde con gli occhi a guardare le borse esposte. In realtà sta disperatamente tentando di fare finta che non le interessino. Cammino dritto, senza fermarmi. Ho preso appuntamento con Zoe, prima. Sarà lei ad occuparsi di tutte le necessità di Ava. Ci infiliamo in ascensore e premo il pulsante del primo piano. Ava si concentra sulla cartina del negozio.
«Ehi, io voglio andare al quarto piano» dice, indicandomelo con l’indice.
La ignoro completamente, facendole aggrottare la fronte.
«Jesse?» chiede, fissandomi.
Mi limito a stringerle la mano, per evitare che si impunti. L’ascensore si apre e la costringo a seguirmi.
«Da questa parte» le dico, guidandola tra i costosissimi abiti di alta moda.
Cammino fino a quando non raggiungiamo l’area del Personal Shopping. Ava intuisce immediatamente cosa sta per accadere.
«No, Jesse, no no no» dice, cercando di sottrarre la mano alla mia presa. Ma io continuo a trascinarla in avanti. «Jesse, ti prego» mi implora, senza ottenere comunque risultati.
«Ho un appuntamento con Zoe» dico al commesso che ci dà il benvenuto.
La sua attenzione si fa più viva.
«Mr Ward?» chiede.
«Sì» confermo, senza degnare Ava di uno sguardo.
Percepisco la sua occhiataccia. “Ma si farà a modo mio oggi, Lady”.
«Prego, da questa parte. Posso portarvi qualcosa da bere? Dello champagne?» domanda il commesso premuroso.
Questa volta la guardo, ma lei scuote la testa, rifiutando le bevande.
«No, grazie» rispondo.
Il ragazzo ci guida in un’area privata e faccio accomodare Ava accanto a me, sul divano in pelle. La sua mano lascia la mia e percepisco il suo astio nei miei confronti. Tento di riprenderla, ma lei me lo impedisce.
«Che c’è?» le chiedo.
Mi lancia un’occhiata assassina.
«Perché mi hai chiesto dove volevo andare se avevi già un appuntamento?» sibila.
Mi stringo nelle spalle.
«Non capisco perché vuoi vagare da un negozio all’altro quando puoi farti portare tutto qui» replico con normalità.
Ava mi fissa come se mi vedesse ora per la prima volta.
«È così che fai shopping?» chiede incredula.
«Sì, e pago per questo privilegio, quindi assecondami, ok?» replico brusco.
I suoi occhi si sgranano ancora di più se possibile. Apre la bocca, ma Zoe ci interrompe.
«Jesse!» mi chiama. «Come stai?»
Le sorrido, alzandomi e salutandola con due baci sulla guancia.
«Zoe, sto bene. E tu?» le chiedo gentile.
«Benissimo, lei deve essere Ava. È un piacere conoscerti» dice, allungando la mano verso di lei.
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Il Lord del Maniero – Capitolo 56

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