#FanFiction #CinquantaSfumaturediMrGrey #ThisMan #AnitaSessa

Readers eccovi di nuovo i capitoli dei nostri amati Christian e Jesse 😘
La bionda in abiti succinti si dimena sul bancone, proprio di fronte a noi. I suoi sguardi sono tutti per il nostro tavolo. Ha perso le speranze con me, ma non ancora con Elliot e Mac. John, invece, ha abbandonato la comitiva all’entrata del night club. L’avrei volentieri seguito.
«Non credevo parlassi sul serio quel giorno in giardino» dico scuotendo la testa e guardando Elliot.
«Oh, andiamo Christian! Goditi lo spettacolo e non borbottare. Qualunque uomo sarebbe felice al tuo posto» strepita mio fratello.
«Devo dargli ragione, questa volta» concorda Mac.
«Questa volta? Io ho sempre ragione, bello» ribatte Elliot con un ghigno soddisfatto, trangugiando il suo sesto drink. O forse il settimo, ho perso il conto.
La ballerina si sforza di attirare la mia attenzione ancora una volta, ma io non la degno di uno sguardo. Vorrei solo tornare a casa da Anastasia. Ma stanotte non ci vedremo. Quella stupida tradizione di passare la notte precedente alle nozze separati. Avrei tanto voluto che Mia non la tirasse in ballo. E che Ana non la guardasse come se si sentisse in dovere di accontentarla. Non poteva accontentare me, invece? Me e il mio desiderio di farla mia sempre e comunque?
Inconsciamente mi accarezzo la giacca all’altezza del cuore. Dentro la tasca interna c’è la promessa che ho scritto per lei. La mia ragazza. La mia Ana. Che ora sta bevendo in qualche locale in compagnia di Mia e Kate probabilmente. Sorrido e scuoto la testa, mentre Elliot emette un fischio di apprezzamento quando la bionda si toglie il reggiseno, esibendo due seni rifatti. Anche Mac, seppure discretamente, apprezza lo spettacolo.
«Ragazzi, io ho voglia di prendere una boccata d’aria» annuncio alzandomi e poggiando la bottiglia di birra ormai vuota sul tavolo.
Un coro di proteste si alza dal tavolo, ma io guardo Elliot e Mac con determinazione.
«Sei il solito guastafeste, fratellino!» borbotta Elliot.
Ma solleva il culo dalla sedia, seguito da Mac e dal broncio della spogliarellista bionda che sta eseguendo un perfetto numero di pole dance a testa in giù. Mac si congeda da noi all’uscita del locale. Taylor ci aspetta accanto al Suv, parcheggiato poco distante, ma mio fratello mi sorprende.
«Ti va di fare due passi?» mi chiede rimanendo fermo sul bordo del marciapiede.
Lo fisso per qualche attimo. Sembra un po’ alticcio. Forse l’idea non è male. Poi accenno un sorriso e insieme ci incamminiamo lungo la strada ancora affollata.
«Allora ti sposi..» inizia esitante.
«Sei davvero perspicace, Lelliot» gli dico con un sorriso.
Lui sorride apertamente e scuote la testa, guardandomi incredulo.
«Sai, credo che solo in questo momento io stia realizzando per davvero la situazione. Cazzo, da domani la tua vita cambierà drasticamente, fratellino!»
Infilo le mani in tasca, riflettendo su quelle parole.
«La mia vita è cambiata all’incirca due mesi fa, Elliot» sospiro, perdendomi nei ricordi di quel primo giorno in cui l’ho vista.
La prima volta in cui i miei occhi si sono scontrati con i suoi azzurro cielo, la prima volta in cui ho sentito il suo profumo, ho toccato la sua morbida pelle. La prima volta in cui sono entrato dentro di lei.
«Anche la mia» sussurra Elliot.
Mi volto a guardarlo di scatto, aggrottando la fronte. Anche lui mi guarda, con un’espressione rassegnata.
«Ebbene sì, fratellino. E’ come se avessi appeso il cazzo al chiodo. Solo Kate può usarlo»
«Cazzo, Elliot. Che schifo di esempio. E soprattutto ti pregherei di non evocare l’immagine di quella saputella della tua ragazza che usa il tuo cazzo, per cortesia» sbotto disgustato.
«Hey» mi ammonisce lui, barcollando leggermente. Si ferma e io con lui. «Stai parlando di Kate. Lei è meravigliosa»
Alza un braccio con l’intenzione di agitarmi un dito davanti al naso ma il gesto gli fa perdere l’equilibrio. L’afferro prontamente, guardandolo con un sopracciglio sollevato.
«Sei davvero sbronzo» mormoro.
«Ohhhh, sì» annuisce con forza.
Mi passo il suo braccio attorno al collo e lo sostengo, mentre inverto la rotta. Iniziamo lentamente a trascinarci verso l’auto, ancora parcheggiata dinnanzi al night club.
       ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Per continuare il capitolo cliccate qui ⬇️
Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 54
Quando entriamo nella sala da pranzo, la band già suona e la gente si spostata nella sala adiacente.
«I Motown?», chiede Ava, sorpresa.
«Sono bravissimi. Vuoi ballare?» le chiedo con un sorrisetto, sperando che mi dia modo di scatenarmi.
Lei soppesa un attimo la mia richiesta, poi scuote la testa.
«Dopo» dice piano, guardando in direzione dell’altra sala.
Annuisco, scortandola verso il bar dove, questa volta, Pete ha fatto eseguire correttamente i miei ordini e il suo sgabello, nonostante la folla, è vuoto. Ava si accomoda e Kate, insieme con Sam e Drew, si avvicinano. Kate si divertirà molto stanotte.
Mi preoccupo di ordinare a Mario le nostre bibite e poi mi metto a chiacchierare con Sam e Drew, che stanno discutendo proprio sul da farsi. Sam mi intima di non dire nulla ad Ava e io lo rassicuro. Quando Mario mi serve, li lascio chiacchierare da soli. Mi volto, afferro Kate che si è messa in mezzo e sta parlando con Ava, e la rimetto a terra di fianco a me. Lei fa un piccolo urlo, poi mi dà un buffetto sulla spalla e scoppia a ridere divertita. Le sorrido, allungando ad Ava un bicchiere d’acqua.
«Bevi» le ordino e lei mi ricompensa ingurgitandolo tutto e porgendomi il bicchiere vuoto.
Lo prendo e lo scambio con un SuperMario.
«Vedi com’è facile quando fai ciò che ti viene detto?» le dico gentile.
Lei, per tutta risposta, socchiude gli occhi, scuotendo la testa birichina. Le strizzo un ginocchio, lasciandola di nuovo a chiacchierare con Kate senza però spostarmi di un solo millimetro. Mi volto e riprendo le mie chiacchiere con Sam e Drew, che vorticano tutte intorno alla sala comunitaria e a cosa ci vedranno dentro stasera. Quando torno a guardare Ava la scopro a fissare Sarah. Io e lei faremo i conti, ma non stasera. Mi sporgo, baciando la guancia della mia bellissima e mandando un messaggio ad entrambe.
Lei è mia e io sono suo.
Ava mi guarda, sorridendomi mentre le faccio l’occhiolino. La faccio alzare dallo sgabello e la stringo forte a me, sollevandola da terra e facendo scivolare la fronte contro la sua.
«Stai bene?» le sussurro, accarezzandole la punta del naso col mio.
Ava sorride, tirandosi indietro per guardarmi negli occhi.
«Benissimo» replica piano.
«Bene»
Un flash ci acceca entrambi: è Kate che scatta una foto di noi due. La prendo giocosamente in braccio, lasciando che la sua amica continui ad immortalarci in questo momento di felicità. Anch’io ho un sacco di sue foto, e di quasi nessuna lei è a conoscenza. Le guardo quando sono costretto a stare lontano da lei anche solo per cinque minuti.
Le mie labbra raggiungono il collo di Ava.
«Sorridi per me, piccola» sussurro, aprendo le mie labbra in un sorriso tutto per lei quando i suoi occhi tornano e guardarmi.
Anche Ava mi sorride, meravigliosa. Le sue dita risalgono ad accarezzarmi i capelli. Le sue labbra raggiungono le mie.
«Ok» ci interrompe Kate «Basta così!»
Con un sorrisetto la metto a terra, lasciandola sedere sullo sgabello. Le passo il drink, Sam mi chiama e torno ad avvicinarmi ai ragazzi. Almeno fino a quando Sam non afferra Kate e la trascina verso la sala da ballo.
«Ava, balliamo!» le urla, scomparendo nell’altra stanza.
<<Jesse!>> esclama un po’ troppo forte.
E’ ubriaco e mi limito a salutarlo. In quel momento Chris nota Ava. Ovviamente la riconosce.
<<Hey, ma quella è l’arredatrice che si è occupata dell’attico che ti sei accaparrato>> dice, sollevando il bicchiere nella sua direzione.
Ava lo guarda brevemente, facendo solo un accenno di saluto, come se non avesse bene capito chi fosse. Faccio un paio di passi, raggiungendola.
       ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Per continuare il capitolo cliccate qui ⬇️
Il Lord del Maniero – Capitolo 60

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.