#FanFiction #CinquantaSfumatureDiMrGrey #ThisMan #AnitaSessa

L’ansia cresce di minuto in minuto. La chiesa è gremita di gente. Parenti, amici, fotografi. Sono tutti qui per essere presenti al grande evento. Manca solo lei. Sono cosciente di lasciar trapelare tutto il mio nervosismo. Katherine Kavanagh mi lancia un sorrisetto condiscendente, mentre Elliot al mio fianco mi dà una piccola pacca sulla spalla. Mi chiedo vagamente se gli sia passata la sbronza di ieri sera. ‘Dove diamine è Anastasia?’. Inizio a battere il piede destro a terra, impaziente, aggiustandomi di continuo il panciotto. Credo di non aver mai indossato il panciotto prima di oggi. ‘Concentrati sul tuo matrimonio, Grey. A nessuno frega del tuo panciotto’.
Alzo gli occhi grigi impazienti, guardando verso l’entrata della chiesa e, all’improvviso, sento le note dell’organo che risuonano nell’aria. La marcia nuziale parte e mi si forma un groppo in gola. Scorgo la figura imponente di Ray, talmente a disagio nel suo abito elegante da risultare quasi una nota stonata tra gli altri. Accanto a lui, con il braccio appoggiato al suo, avanza una figura esile, coperta di pizzo.
Eccola. Ecco la mia bruna impertinente, sexy, testarda e cocciuta come nessuno. Ecco la mia amica, la mia amante, la donna che ha ribaltato completamente la mia vita. Ecco la mia salvatrice, la mia ancora di salvezza, colei che mi ha costretto ad affrontare l’oscuro male che custodivo dentro di me e mia ha dato la forza di lasciarmi tutto alle spalle. Eccola, la mia splendida Anastasia. Avanza piano lungo la navata, dandomi il tempo di guardarla, di ammirare la sua perfezione. I suoi occhi splendidi e azzurri sono fissi nei miei. Sul suo volto un’emozione nuova, diversa. La stessa che alberga nel mio petto. Ti amo, Ana. Ti amo.
Quando mi raggiunge, si volta verso suo padre. Ray ha gli occhi lucidi, come almeno metà dei presenti. Le prende il viso tra le mani e si china su di lei, baciandole la fronte. Ana copre una delle sue mani con la sua, esile e delicata, baciandola quando il suo patrigno si allontana. Poi si volta, sorride radiosa a Kate e ad Elliot e, infine, i suoi occhi tornano a fissarsi nei miei. D’istinto le rivolgo un sorriso aperto e lei lo ricambia, salendo l’ultimo gradino e mettendosi di fronte a me sull’altare. Il reverendo Walsh dà inizio alla cerimonia. E’ tutto così perfetto. La trepidante attesa è finalmente terminata. Ana sta per diventare mia moglie. Questa meravigliosa donna sta per rendermi l’uomo più felice della terra. Sta per farmi suo. Suo per sempre. Nonostante quello che sono stato, quello che le ho fatto. Nonostante io sappia che non posso renderla pienamente felice, che lei meriterebbe una persona migliore. Una persona normale, che possa amarla senza le ovvie complicazioni che io mi trascino dietro. Il mio sguardo coglie per un attimo quello di José. Una persona come lui potrebbe amarla e renderla felice, darle la vita che si merita, senza segreti oscuri, senza problemi, senza fobie di alcuna sorta.
La voce di Anastasia mi riporta al presente. La sua promessa.
«Prometto solennemente di essere la tua fedele compagna, nella salute e nella malattia, di stare al tuo fianco nella buona e nella cattiva sorte, di condividere le tue gioie e i tuoi dolori»
Un tremito la scuote. Mi guarda con il suo bellissimo sorriso, pronta a rassicurarmi e cercando lo stesso da me. Le rivolgo un sorriso speciale, quello che mi viene naturale quando la guardo, ora che so che non ci sono più ostacoli tra di noi. Deglutisce e fa un respiro profondo, riprendendo a parlare.
«Prometto di amarti incondizionatamente, di sostenerti nei tuoi obiettivi e nei tuoi sogni, di onorarti e rispettarti, di ridere con te e di piangere con te, di condividere le mie speranze e i miei sogni con te e di offrirti consolazione nel momento del bisogno»
Abbassa gli occhi, guardando le nostre mani unite. Bacia l’anello nuziale e me lo infila al dito.
«E di amarti finché morte non ci separi» sussurra quasi, con riverenza.
Osservo affascinato la scena, compiaciuto, soddisfatto, estremamente felice. La piccola fascetta dorata mi scivola lungo l’anulare e lei solleva la mia mano, tornando a baciarla nuovamente. Quando solleva gli occhi su di me, le lacrime le illuminano lo sguardo. La guardo sorridendo, mentre le ricaccia indietro. Sposto una sola mano, il tempo necessario per prendere il suo anello, molto più piccolo del mio. Deglutisco, alzando lo sguardo nel suo e schiarendomi la gola.
«Prometto solennemente di proteggerti, di amarti con tutto il cuore e di avere cura della nostra unione e di te»
Voglio che tu sappia che farò di tutto per proteggerti. Proteggerti sarà lo scopo della mia vita, Anastasia. La tua sicurezza verrà prima di tutto, non importa in che modo mi toccherà tenerti al sicuro.
«Prometto di amarti fedelmente, rinunciando a tutte le altre, nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, indipendentemente da dove ci condurrà la vita»
Lei mi guarda sorridendo, oserei dire soddisfatta. Io alzo un sopracciglio, facendole un ghigno malizioso. Non te lo dico perché penso che potrei mai tradirti. Te lo sto dicendo, anzi te lo sto promettendo perché voglio che tu non abbia alcun dubbio, che tu ne sia certa al cento per cento.
«Ti proteggerò, avrò fiducia in te e ti rispetterò»
Nessuna obbedienza, Anastasia. Sarai mia moglie. Saremo alla pari. Ti rispetterò e mi guadagnerò il tuo rispetto.
«Condividerò le tue gioie e i tuoi dolori, e ti consolerò nei momenti di bisogno. Prometto di amarti, di sostenere le tue speranze e i tuoi sogni e di tenerti salda al mio fianco»
Perché non permetterò che tu vada via. Farò di tutto per tenerti accanto, per meritarti e non farti mancare nulla.
«Tutto quello che è mio è tuo»
Tutto, Anastasia. E’ tutto tuo. Perché senza di te io non sarei null’altro che un povero diavolo avvolto dalle oscure tenebre del suo passato.
«Ti offro la mia mano, il mio cuore e il mio amore da questo momento e finché morte non ci separi»
Mi chino a baciare l’anello prima di infilarlo al suo dito. La sua mano trema e neppure la mia è stabile come credevo. Sento dei singhiozzi e so che se mi voltassi ora troverei Grace e Mia e la madre di Ana in un mare di lacrime.
«Se qualcuno ha qualcosa da dire contro questa unione parli ora, o taccia per sempre» sento dire al reverendo e istintivamente mi volto a guardare la sala, rivolgendo un’occhiata truce a tutti.
Qualcuno ridacchia, compreso mio fratello. Ana mi stringe la mano, sussurrandomi un ‘rilassati, Christian’ che fa scoppiare a ridere un po’ tutti. La guardo altezzoso, mentre tento di contenere un sorriso.
«Vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa» annuncia solennemente il reverendo Walsh.
Il sorriso di Anastasia mi illumina. La gioia che sto provando in questo momento è incontenibile. Credo che il cuore possa scoppiarmi da un momento all’altro. Mi avvicino di più a lei, facendo quell’unico passo che ci separa e prendendola tra le braccia.
«Finalmente sei mia» le sussurro contro le labbra, prima di premervi sopra le mie e baciarla dolcemente.
Quando mi stacco torno a guardarla, ammirando ogni centimetro del suo viso, poco truccato. E’ mia moglie. E’ Mrs Grey. La mia Ana.
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Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 55
Sento Ava tendersi non appena mettiamo piede all’interno della stanza comunitaria. Tutto qui dentro è pensato per eccitare, dall’arredamento alle luci alla musica. E lei sembra combattere esattamente contro questa cosa. Si guarda attorno e lo faccio anch’io. Non mi sfuggono le occhiate ammirate di uomini e donne che vengono rivolte ad entrambi. Ma stasera né io e né lei avremo niente a che fare con tutta questa gente. Anzi, io e lei non avremo mai niente a che fare con tutta questa gente.
Saluto molti clienti e amici, mentre passeggiamo nella stanza, ma non mi soffermo a parlare con nessuno. Ava mi guarda, gli occhi sgranati di fronte a tutto questo esibizionismo. Le sorrido, stringendole la mano in segno di incoraggiamento. La sua reazione è quella che speravo. In un certo senso, almeno. Sembra provi repulsione per tutto questo, per fortuna. Ma nei suoi occhi castani scorgo comunque un minimo di eccitazione.
«Tutto ok?» le chiedo, fermandomi.
Lei annuisce, sorridendo piano. I suoi occhi raggiungono le nostre mani, sempre unite, e le accarezzo la pelle con il pollice. Dietro di me una delle ragazze è legata alla staffa di legno, bendata. Davanti a lei, un uomo nudo si sta preparando per frustarla, accarezzandole il seno. So che anche Ava sta guardando quello che guardo io. Ed è esattamente quello che voglio. Capire cosa le piace e cosa non le piace. Muovo leggermente la mano, mentre l’uomo fa scorrere il frustino sul corpo della ragazza, sinuosamente. Il suo gemito riecheggia tra di noi e Ava si muove. La fisso incuriosito, scorgendo i segni dell’eccitazione sul suo volto.
L’uomo continua a muovere il frustino sul corpo della ragazza, raggiungendo il centro del suo piacere e facendola gemere. Poi la bacia, inghiottendo le sue urla. Lascia cadere il frustino e usa le dita per stimolarla mentre lei si contorce. Si baciano, in una scena ad alto tasso erotico. E quando lei viene lui la lascia godere fino all’ultimo istante. Ava trattiene il respiro, io le stringo la mano per calmarla. Poi la sua attenzione viene attratta dalla gente che ci circonda, ma io voglio che continui a guardare. Le tiro la mano, costringendola a voltarsi di nuovo verso i due.
L’uomo riprende in mano il frustino e gira attorno alla ragazza, che si irrigidisce. Lui le accarezza la schiena, lasciando scorrere le dita sulla sua pelle, fino alle natiche. La ragazza geme e anche Ava lo fa. Mi volto ad osservare il suo volto accaldato, arrossato. Poi si irrigidisce. Tutti sappiamo quello che accadrà ora. Aumento la pressione sulla sua mano proprio quando il suono del frustino schiocca sulla pelle della ragazza. Lei urla, Ava nasconde il viso contro di me. Le prendo la testa e la avvicino ancora di più a me, stringendole la mano quando l’uomo schiocca un’altra frustata. Le porto la mano dietro la mia schiena, in modo da farle schermo interamente con il mio corpo.
«Non è per te, andiamo» le sussurro all’orecchio.
Mi sciolgo dall’abbraccio e le prendo la mano, facendola incamminare.
«Che musica è questa?» domanda, curiosa, mentre giriamo l’angolo e raggiungiamo un altro gruppetto.
Sorrido. So bene l’effetto che fa questa musica.
«Enigma. Ti sta eccitando?» chiedo malizioso.
«No» borbotta scontrosa, ma il suo dito che gioca con una ciocca di capelli mi dice il contrario.
Scoppio a ridere, allontanandole la mano dalla sua chioma. Ci blocchiamo davanti ad una donna e tre uomini. E mi sento in dovere di chiarire una cosa.
«Giusto per essere chiari, non faremo mai niente di tutto questo» le dico, facendole l’occhiolino.
«E il resto?» chiede, fingendosi disinvolta.
La guardo, con determinazione.
«Non ti condividerò con nessuno, neanche con i loro occhi, Ava» dico.
Lei mi sorride, poi si mette a fissare la scena che abbiamo davanti. La donna è distesa sulla coperta di pelliccia. Mi guarda, leccandosi le labbra e io cerco di non irrigidirmi. Sento Ava sbuffare, ridendo incredula per la sua audacia. La donna è completamente nuda e il suo sguardo si sposta da me ai tre uomini nudi che ha accanto. Tutti si mettono in posizione, in ginocchio accanto a lei, toccandola. Uno dei tre abbassa la testa sul suo seno, leccandole un capezzolo turgido. Un secondo uomo lo imita, occupandosi dell’altro seno, mentre la donna geme e gode.
Anche il respiro di Ava cambia e, quando abbasso lo sguardo, sono quasi certo di scorgere i suoi capezzoli duro sotto le coppe rigide dell’abito che indossa. Mi scappa un sorriso. Quindi essere legata e masturbata potrebbe piacerle. Ma non essere frustata. E le piace che si giochi con il suo seno.
Il terzo uomo accarezza la coscia della donna, lasciando scivolare le dita all’esterno della sua vagina. Poi le sposta sulle sue labbra, per farle leccare i suoi umori. Torna di nuovo sul suo sesso e lei gode fino a quando lui non si allontana. Quando la donna urla di frustrazione, lui la immobilizza, mettendole un braccio sullo stomaco. Poi affonda due dita dentro di lei, che cerca di divincolarsi. Lei urla, gode, si dimena. Alla fine viene, gridando di piacere.
La scena è indubbiamente eccitante e, a giudicare dalla reazione del suo corpo, anche ad Ava è piaciuta. Ottimo.
L’uomo tra le cosce della donna fa un cenno agli altri due che, senza badare alle sue proteste, smettono di toccarla e le legano i polsi. Poi le sollevano le gambe e il terzo uomo inizia a succhiarle il sesso, facendola gemere.
Il corpo di Ava si tende, e io torno a stringergli la mano. Uno degli uomini bacia la donna, divorandola quasi, l’altro torna sui suoi seni. Lei mugola, gode, urla. E Ava si tende con lei, mano a mano che si approssima all’orgasmo. Finalmente viene, ma loro non smettono di adorarla. Le slegano i polsi e continuano a toccarla fino a quando non si placano i fremiti dell’orgasmo. Il suo sguardo appagato ricade di nuovo su di me. Mi sorride e sento Ava tendersi per poi scuotere la testa scioccata. Quando la guardo capisco che si sta arrovellando troppo il cervello. La sua mano stringe la mia con forza, quasi a rivendicarne il possesso e le do una strizzatina, attirando la sua attenzione. La scruto, posizionandomi davanti a lei e prendendole anche l’altra mano.
«Tu non sei un’esibizionista, Ava, e io ti amo per questo. Tu sei solo mia e io sono solo tuo. Hai capito?» le dico risoluto, ma preoccupato.
Lei vacilla per un attimo e l’attiro a me, facendole poggiare la fronte sulle mie spalle.
«Dannazione» le sussurro all’orecchio, sospirando. «Non puoi capire quanto ti amo»
Le bacio piano la testa, decidendo che per il momento abbiamo entrambi visto abbastanza.
«Vieni, voglio ballare con te» le dico, cingendole la vita con il braccio e guidandola verso la porta.
Quando la guardo, però, noto che le sue gote sono ancora arrossate. Le rivolgo un sorriso dolce ma complice.
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Il Lord del Maniero – Capitolo 61 (prima parte)

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