#FanFiction #CinquantaSfumaturediMrGrey #ThisMan #AnitaSessa

Quando mi sveglio, Anastasia è ancora addormentata tra le mie braccia. Spalanco gli occhi poco per volta, abituandomi alla luce che penetra dalla portafinestra. E’ adorabile. Sorrido, mentre mi avvicino e mi inebrio del suo profumo. Lascio il mio naso scorrere sontro il suo collo, mentre il mio sesso pulsa contro il suo fianco. Su e giù, contro la sua gamba. Mi ricorda la mattina che mi sono svegliato nel suo letto. Mio Dio. Sono passate solo poche settimane ed è cambiata tutta la mia vita. Lentamente anche lei inizia a stiracchiarsi, spostandosi di poco. IL mio uccello ora struscia contro le sue natiche nude.
«Buongiorno, piccola» le sussurro, mordicchiandole piano il lobo dell’orecchio.
La sento sussultare e stringere le gambe. Un mugolio leggero le sfugge dalle labbra. Piano le accarezzo un seno, lasciando scorrere le dita sul suo capezzolo inturgidito. Poi, senza preavviso, le afferro i fianchi, stringendola forte e attirandola contro il mio uccello duro. Ana si stiracchia, allungando le braccia in alto. Poi mi guarda da sopra una spalla.
«Sei contento di vedermi» mormora piano, con la voce ancora impastata dal sonno, strusciandomi su di me. Mi sporgo fino a toccarle il mento con le labbra, sorridendo sulla sua pelle.
«Sono molto contento di vederti» le sussurro contro l’orecchio.
Lascio le dita vagare leggere sulla pelle del suo ventre, scivolando sempre più giù. Quando raggiungo il suo clitoride la sento espellere tutta l’aria che ha nei polmoni. Le racchiudo il sesso nella mano a coppa e sfrego le dita contro di lei.
«Ci sono indubbi vantaggi nello svegliarsi accanto a te, Miss Steele» la provoco piano.
Delicatamente la sposto, facendola sdraiare sulla schiena.
«Dormito bene?» le chiedo, provocandola, mentre le mie dita scivolano ancora sul suo piccolo e turgido cumulo di nervi.
Sorrido mentre lei ansima sempre di più, schiudendo le labbra in modo sensuale.I suoi fianchi iniziano a seguire il mio ritmo lento e delicato e le mie dita scivolano dentro di lei con facilità, mentre mi chino a baciarle le labbra morbide. Succhio piano il suo labbro inferiore, mentre mi godo la sensazione di essere impregnato dei suoi umori. Scendo piano verso il collo, lasciando una scia di baci sino alla clavicola, mordicchiandola, succhiandola. I suoi gemiti mi fanno eccitare ancora di più. La voglia che ho di lei non si sazierà mai.
«Oh, Ana» mormoro in estasi contro la sua gola scoperta. «Sei sempre pronta.»
Le penetro la bocca con la lingua, adeguando il ritmo delle mie dita a quello dei miei baci. Le mie labbra si scostano dalle sue, sfiorando appena la sua pelle mentre mi muovo verso il basso. Le lascio scivolare sul suo corpo, fino a giungere ai suoi seni meravigliosi. Lentamente lascio scorrere la lingua su ognuno dei suoi capezzoli, succhiandoli, gustandoli, stringendoli con i denti. Anastasia si lascia sfuggire un gemito sonoro.
«Mmh…» ringhio contro la sua pelle e sollevo la testa, ammirandola in preda al piacere.
«Ti voglio adesso.» le annuncio, senza darle possibilità di replica.
Mi protendo verso il comodino, puntellandomi sui gomiti per prendere un preservativo. Quando torno da lei sono impaziente. Strofino il naso contro il suo, ansimando sulle sue labbra. Il mio cazzo pulsa violentemente contro il suo stomaco. Con un ginocchio le faccio aprire le gambe, mentre strappo la bustina color argento.
«Non vedo l’ora che sia sabato» le dico, guardandola con ardore.
«La tua festa?» ansima debolmente.
La guardo con un sorrisetto da bastardo.
«No. Così potrò smetterla di usare questi fottuti aggeggi.» sbotto gettando via la bustina.
«Definizione calzante» ribatte ridacchiando come una scolaretta.
Quel suono mi penetra nelle orecchie, mandando un brivido a tutto il mio corpo.
«Stai ridacchiando, Miss Steele?» le chiedo, alzando un sopracciglio.
«No.»risponde, cercando di restare seria, ma fallendo miseramente nel suo intento.
«Questo non è il momento di ridacchiare.» le sussurro, scuotendo la testa per ammonirla.
Abbasso volutamente il tono di voce, fissandola con intensità. La sento restare senza fiato per un attimo. “Sì, Miss Steele. So ancora come far capitolare una donna. Nonostante tutti i tuoi sforzi poer fare di me un uomo onesto”.
«Pensavo che ti piacesse quando rido» sussurra eccitata, fissandomi negli occhi.
«Non ora. Ho bisogno di fermarti, e penso di sapere come» le dico, guardandola.
Mi infilo il preservativo e mi sollevo. Senza preavviso la giro sul letto, tirandole le gambe verso di me e facendogliele sollevare, in modo che si trovi con il sedere sollevato.
<<Resta con il viso sul letto, Ana. Incrocia le mani dietro la schiena>> le ordino piano, accarezzandole la schiena.
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Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 44 (prima parte)
Rimugino un bel po’ prima di entrare nell’edificio e chiedere di Miss O’Shea. Ho tentato di entrare, poi sono tornato indietro. Ho fatto un giro in macchina. Ma dopo due ore lei è ancora lì dentro. E io ho questa maledetta voglia di dimostrarle che sono io a comandare.
Mi indicano una saletta e mi ci dirigo spedito, con un sorriso smagliante, pronto a darle un assaggio della mia versione di “passare su tutto e tutti pur di averla”. Busso ed entro in maniera arrogante, senza che nessuno mi inviti a farlo. E resto di stucco.
Mikael è in piedi, con in mano dei disegni che suppongo siano di Ava. Alzagli occhi su di me e il sorriso gli muore sulle labbra sottili.
<<Ward. Cosa diamine ci fai qui?>> sibila.
<<Cosa diamine ci fa Ava qui con te?>> sibilo di rimando.
<<Ava?>> mi guarda perplesso per un attimo.
Poi capisce. Intuisce. E sembra essere percorso da un lampo di perfido compiacimento.
<<Ava, certo. E’ già entrata nella schiera delle donne che ti sei scopato, Ward?>> chiede con arroganza.
Sulle labbra mi compare un sorrisetto perfido.
<<Non parlare di lei in questo modo. Appartiene a me. E’ la mia ragazza>> ringhio.
<<Peccato. Perché io la voglio>>
<<Questi disegni sono tutto quello che avrai>>
In quel momento la porta si apre e Ava entra, guardandoci sorpresa. Dall’esterno so che sembriamo due impeccabili uomini d’affari che conversano. Ma la rabbia ci tiene avvinti e ci lega. Lo sappiamo entrambi Ma non è necessario che Ava lo sappia.
Lamia bellissima Lady mi fulmina con lo sguardo, avvicinandosi con calma.
«Mikael» dice, mettendosi tra di noi.
Mi irrigidisco quando sento il tono informale che usa. Il fottuto figlio di puttana sorride, inarcando un sopracciglio.
«Ava, lascia che vi presenti. Questo è Jesse Ward. Ha comprato l’attico a Lusso. Gli stavo mostrando i tuoi disegni. È rimasto impressionato quanto me» dice.
“Che coglione”.
«Bene» replica lei senza prestarmi attenzione, dandomi la schiena.
E’ ansiosa di uscire dalla stanza.
«Programmiamo il nostro prossimo incontro?» gli chiede e io sbuffo sonoramente.
«Sì, sarebbe bello» replica Mikael. «Va bene venerdì pomeriggio? Possiamo incontrarci al Condominio Vita e cominciare a prendere qualche misura. Magari ti offro il pranzo?» dice lascivo.
Mi aspetto che Ava rifiuti, ma invece mi sorprende.
«Venerdì pomeriggio va benissimo e sarebbe carino pranzare insieme» dice mielosa.
Mi avvicino a lei, senza neppure starci troppo a pensare. Mikael mi guarda confuso. Credeva davvero che avrei continuato questa farsa?
«Mi spiace interrompervi» dico, afferrandola per le spalle e attirandola a me.
La faccio voltare piano per guardarla negli occhi. Ava ha la bocca aperta, sbalordita.
«Piccola, ti sei dimenticata che ti porto a fare shopping?» chiedo, mettendo un piccolo broncio.
Sono un attore nato. Mikael ci guarda a bocca aperta. Fisso Ava con aria di trionfo.
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Il Lord del Maniero – Capitolo 49 (prima parte)

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