#Fanfiction #CinquantaSfumaturediMrGrey #ThisMan #AnitaSessa

Vi anticipo che non è lunghissimo e ci sarà una terza parte 🙂 Sono straimpegnata, ma cerco di fare il possibile per non lasciarvi a bocca asciutta 😉 Per il Bastardo dovete aspettare un paio di giorni, però 😉 credo di farcela per venerdì!! Baci a tutte girls! A.




Dopo averla lasciata all’ingresso della Sip, averle tenuto la porta aperta mentre le davo un lungo bacio sotto l’occhio vigile della addetta alla reception, mi faccio accompagnare da Taylor in ufficio. Ros è via fino a domani e questo mi permette di passare buona parte della mattinata a mettere a punto in santa pace la strategia di acquisizione dell’azienda di Taiwan. E’ un grosso affare per la mia compagnia, ma Ros ci va molto cauta.
Il mio BlackBerry vibra sulla scrivania. Quando leggo il nome, rispondo immediatamente, preoccupato. Lei non mi chiama mai.
«Anastasia. Stai bene?» chiedo preoccupato.
«Mi hanno appena dato il lavoro di Jack… Be’, temporaneamente» parla in fretta, quasi sottovoce.
Il suo annuncio mi lascia più che stupito.
«Stai scherzando?» replico, scioccato.
«Hai qualcosa a che fare con questo?» sibila, tagliente.
«No, no, affatto. Voglio dire, con tutto il rispetto, Anastasia, sei lì da poco più di una settimana,e non lo dico per farti torto» dico, sincero.
«Lo so» rreplica leggermente incazzata. «A quanto pare, Jack mi apprezzava davvero» mormora ironica.
«Ah, sì?» commento acido, in tono freddo, alzandomi dalla poltrona in pelle. DI fronte al suo silenzio, sospiro pesantemente. «Be’, piccola, se pensano che tu possa farcela, sono sicuro che ce la farai. Congratulazioni. Forse dovremmo festeggiare dopo aver incontrato il dottor Flynn» suggerisco in tono conciliante.
«Mmh… Sei sicuro di non aver niente a che vedere con questo?» chiede, poco convinta.
Il suo tono mi ferisce, ad essere sincero. Mi acciglio, fissando fuori dalla finestra. Il tono con cui le rispondo è più minaccioso di quello che vorrei.
«Dubiti di me? Mi fa arrabbiare che tu lo faccia»
Ancora silenzio, poi un leggero sospiro.
«Mi dispiace» mormora alla fine.
Il suono dell’interfono mi distrae per un attimo.
<<Mr Grey, Mr Roach è qui>> annuncia Andrea.
«Se hai bisogno di qualcosa, fammelo sapere. Io sono qui. E, Anastasia?» dico, rivolto alla bruna testarda all’altro capo del telefono.
«Cosa c’è?» chiede in ansia.
«Usa il BlackBerry» aggiungo laconicamente.
«Sì, Christian» risponde automaticamente, con un pizzico di rimorso nella voce.
Non riaggancio. Non vorrei mai lasciarla.E so che sono stato duro con lei.
«Dico davvero. Se hai bisogno di me, sono qui» le ripeto dolcemente, con affetto.
«Okay» risponde piano. «Sarà meglio che vada. Devo trasferire le mie cose» annuncia con un sospiro.
«Se hai bisogno di me… Davvero» insisto, sottovoce.
«Lo so. Grazie, Christian. Ti amo» mormora piano.
Sorrido, rilassandomi.
«Ti amo anch’io, piccola» sussurro piano.
         ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Per continuare il capitolo cliccate qui ⬇️
Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 44 (seconda parte)


Invece di andare al Maniero cerco di schiarirmi le idee per fare mente locale su quello che è appena successo. Mikael vuole Ava. Si è mostrato sorpreso di vedermi, ma sono invece convinto che sapeva benissimo della nostra storia. E che la visita di sua moglie a casa mia non sia affatto una coincidenza. Conosco sua moglie, si lascia manipolare facilmente. E so dove trovarla.
Accelero e mi dirigo nell’hotel dove sono certo che alloggia. E sono davvero fortunato, perché quando entro al bar la trovo comodamente seduta aduno dei tavolini. Stringo i denti con una smorfia di rabbia. Poi mi avvicino di corsa, sbattendo le mani sul tavolino.
<<So perfettamente quello che tu e tuo marito state cercando di fare. Tornatene da lui. Non azzardarti a tornare a casa mia>> sibilo.
I suoi capelli biondi si muovono e lei alza lo sguardo nel mio.
<<Jesse, io…Mikael mi ha detto che tu ora non…che sei uscito dal giro. Io dovevo sapere…>> mormora.
<<Tu non devi sapere nulla. Tu devi starmi lontana e stare lontana da casa mia>>
Senza darle modo di aggiungere altro, esco dal ristorante dell’hotel e mi rimetto in auto. Vado spedito al Maniero e mi chiudo per tutto il pomeriggio nell’ufficio a rimuginare e cercare di lavorare.
Quando torno a casa, sono ancora arrabbiato. Mikael è un manipolatore e sono certo che il suo piano non si è concluso. Vuole Ava. La vuole perché è mia. E io non posso permettergli di portarmela via.
Ava si materializza sulle scale, bellissima con in mano il mazzo di calle che le ho inviato. Mi fermo in fondo alle scale, alzando gli occhi su lei e guardandola come se potessi assorbirla e nutrirmene. Mi tolgo la giacca e sollevo le mani iniziando a sbottonarmi la camicia. Non distolgo lo sguardo, me ne sto cibando. Butto tutto a terra, finendo di spogliarmi e restando completamente nudo davanti a lei. Mi sfilo l’orologio e noto che i suoi occhi guizzano sui miei polsi ancora arrossati. Getto via il Rolex sulla pila di vestiti accumulati sul pavimento.
Ava è indubbiamente eccitata, ma le parole che le escono di bocca sono in netto contrasto con quello che sto vedendo.
«Non mi toccherai nemmeno con un dito fino a che non mi dirai chi è quella donna» sibila.
«Non lo so» dico, inespressivo.
Non voglio dirglielo. Non voglio che si senta usata o messa in mezzo ad una faida tra uomini. Voglio godermi la mia ragazza. Voglio perdermi dentro di lei e dimenticare tutto.
«Quindi non hai chiesto a Clive di impedirmi di guardare i filmati delle telecamere di sicurezza?» aggiunge.
Sorrido sarcastico. Sapevo benissimo che lo avrebbe fatto.
«La mia bellissima ragazza è spietata» sussurro.
«Il mio dio è evasivo» replica prontamente.
«Ava, se non avessi bisogno di sentirti addosso in questo momento, ti sfiderei» dico con arroganza.
«Ma ne hai bisogno, quindi me lo dirai» dice, incrociando le braccia sul petto.
«Sono andato a letto con lei» dico ad un tratto, guardandola negli occhi.
Se dobbiamo farci del male, Ava, facciamolo. Ma lei non è sorpresa. E me lo aspettavo. Era la cosa più ovvia.
«Allora perché è venuta?» insiste.
“Perché il suo ex marito vuole farmela pagare e vuole usare te”.
«Perché aveva sentito che ero sparito»
«Bene. Era preoccupata?» chiede sarcastica.
Alzo le spalle con noncuranza.
«Sì. Tutto qui. Adesso ti voglio addosso» mormoro avanzando di un passo.
«Perché non me l’hai detto prima?» mi dice, deglutendo.
Ripeto il gesto.
        ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Per continuare il capitolo cliccate qui ⬇️
Il Lord del Maniero – Capitolo 49 (seconda parte)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.