#FanFiction #ThisMan #AnitaSessa

Resders eccovi un nuovo capitolo di una delle fan ficyion piu amate dal web 😍 Leggete il nostro Lord alle prese con Ava 😘

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Quando arriviamo a Lusso premo il pulsante sul cruscotto dell’automobile e il cancello si apre lentamente. Appena ho lo spazio necessario per passare, sorpasso le sbarre e parcheggio rapidamente. Scendo veloce e faccio il giro della Aston quasi correndo, aprendo lo sportello e aiutandola a mettere i piedi per terra. La trascino verso l’ascensore e non mi prendo neppure la briga di salutare Clive quando gli schizzo davanti. Ma Ava lo fa.

«Buonasera, Clive»

La tiro per il braccio, ficcandola nell’ascensore. Ava mi guarda scettica.

«Hai fretta?» mi chiede.

«Sì» le dico deciso, digitando il codice per l’attico. L’ascensore si chiude e io la spingo immediatamente contro la parete specchiata. «Mi devi una scopata di scuse» le sibilo contro le labbra, baciandola con forza.

Spingo un ginocchio tra le sue gambe e sposto le labbra sulla sua mascella, sfiorandola con i denti.

«Cos’è una scopata di scuse?» dice, ansimando rumorosamente.

Le mie labbra raggiungono il suo orecchio. Stringo il lobo tra i denti prima di succhiarlo e lasciarlo andare.

«Ha a che fare con la tua bocca» sussurro.

Ava viene attraversata da un brivido che la scuote tutta. Ansima, il seno si alza e si abbassa per il desiderio. La fisso negli occhi e mi tiro indietro, andando ad appoggiarmi alla parete opposta. Con un gesto rapido mi sfilo la maglietta e la vedo leccarsi le labbra. Mi sbottono i jeans e lei apre la bocca in cerca di aria. ”Mi vuoi, Lady. Mi vuoi e io lo adoro”. La sento trattenere il respiro quando me lo tiro fuori, rivelandole che non indosso biancheria. ”Nessun ostacolo”. La fisso, in attesa. Poi mi guardo l’uccello, accarezzandomi lentamente. Quando torno a guardarla scopro con piacere che il suo sguardo è fisso sul mio uccello. Immediatamente mi diventa più duro. Sono eccitato da morire e Ava ha l’espressione di una che sta sbavando per avere quel pezzo di carne in gola. Il suo sguardo risale e incendia ogni millimetro di carne che sfiora.

«Vieni qui» sibilo, stringendo le dita contro il mio cazzo duro come un pezzo di legno.

Ava deglutisce e si avvicina lentamente a me. La fisso dall’alto.

«In ginocchio» ordino brusco.

Ava fa un profondo respiro e lentamente scivola sul pavimento della cabina dell’ascensore. Le sue mani tremano mentre mi accarezzano le cosce. I suoi occhi grandi e scuri non lasciano i miei. E neppure i miei si scostano dai suoi. La mia mano continua a darmi piacere e ora il mio uccello è a pochi centimetri dal suo viso. Se venissi ora, il mio seme la marchierebbe. E so per certo che sarebbe uno spettacolo divino. L’altra mano si protende ad accarezzarle il volto. Mi sfugge un respiro incerto. Ho voglia di ficcarglielo in gola. Ora.

Le do un colpetto con il dito sulla guancia.

«Apri» ordino piano.

Obbedisce, schiudendo la bocca lentamente. Le sue mani si aggrappano al retro delle mie cosce. Mugolo il mio apprezzamento, con un sorrisetto lascivo sulle labbra e mi posiziono.

«Lo prenderai tutto, e verrò nella tua bocca» le dico, informandola dei miei piani.

La punta bagnata del mio cazzo si avvicina al suo labbro inferiore. La sua lingua guizza fuori, leccando il mio seme e mugolando di apprezzamento.

«Ingoierai» le dico, mentre ricordo la sensazione che ho provato in auto.

Arretro leggermente e poi glielo infilo in bocca con lentezza straziante. Il calore mi avvolge e stringo forte le palpebre, serrando i denti mentre un doloroso piacere mi invade l’anima. Le sue dita mi stringono di più le cosce, afferrandomi e attirandomi a sé.

«Caaaaaaaaaazzo!» sibilo, stringendo i denti fino quasi a spezzarmeli.

Le mie dita, che stringono la base, si serrano contro la mia asta.

Ha ancora un pugno stretto attorno alla base. L’altra mano le si infila tra i capelli. Devo sforzarmi per non scoppiarle in bocca proprio ora. Mi immobilizzo, facendo respiri profondi. Quando riguadagno l’equilibrio lascio andare il mio uccello e intreccio anche l’altra mano tra le sue ciocche setose. Respiro a fatica, dovendo trattenermi. Ava mi fissa mentre tira indietro le sue labbra. Le sue mani sfiorano lascivamente le mie cosce, spostandosi sul davanti. Raggiungono le mie palle, sfiorandole e facendomi godere ancora. Rafforzo la presa sulla sua testa e mi tiro leggermente indietro, preparandomi a dare la carica. Le sue dita mi accarezzano lo scroto, mentre il mio collo si tende per lo sforzo. Le porte dell’ascensore si aprono. Ma a nessuno dei due importa. Ava si impossessa del mio cazzo, afferrandolo con decisione e lasciando che la sua lingua lo accarezzi tutto, dalla base alla punta, dove deposita un bacio voluttuoso. La guardo, disperato, in cerca dei suoi occhi. E quando finalmente alza lo sguardo su di me, leggo nei suoi la stessa disperazione. Con le dita traccio lenti cerchi tra i suoi capelli, mentre la sua lingua turbina vogliosa sul mio uccello duro. Si concentra in particolare sulla parte inferiore, leccando con appassionato fervore. Ansimo, respiro a malapena. Sussulto contro la sua lingua di fuoco, agognando il rilascio. Non voglio chiudere gli occhi, non voglio perdermi un solo attimo di questo spettacolo libidinoso che ho tra le cosce. Ava se lo ficca tutto in gola, andando su e giù. Quando raggiunge la punta, la sua lingua turbina sulla piccola apertura in cima. Mi sfugge un grugnito e quando mi guarda le faccio un sorrisetto sfrontato, godendomi le sue magie. Ma Ava ci tiene ad avere la meglio. Mi strattona in avanti, infilandosi tutto il mio uccello in bocca di nuovo e succhiando appassionata.

«Oh, Cristo, Ava!» ringhio brutalmente quando sento la mia cappella toccare il fondo della sua gola.

Lei mugola e i suoi occhi sono spalancati. Fa fatica a contenerlo in bocca e inizia a tirarsi indietro.

”Mi hai provocato, Lady. Ora subisci le conseguenze del tuo gesto”.

Prima che possa ritrarsi affondo nuovamente tra le sue labbra. Le mie dita si attorcigliano con forze attorno alle sue ciocche, aggrappandosi e affondando ancora e ancora. Scopandole la bocca con un lungo sibilo di piacere.

«Cazzo che bocca incredibile hai, Ava» mugolo, spingendo ancora mentre la tengo ferma con le mani infilate tra le sue ciocche setose. «Volevo fotterla dalla prima volta che ho messo gli occhi su di te» le confesso in preda alla lussuria.

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