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CAPITOLO 20

ALEX

Oggi ho chiesto ad Antonio di andar via cinque minuti prima. Ho bisogno di vedere Maya, di scambiare due chiacchiere con lei prima della lezione. Ieri ci siamo salutati in tutta fretta. Dopo aver finito di giocare a bowling, abbiamo preso il treno di ritorno e sono sceso a Quarto Oggiaro, con la scusa che dovevo accompagnare Ruben e Tiago al Metropoli a comprare un regalo per la loro mamma. Invece l’ho fatto per raggiungere casa mia a Novate senza insospettire le ragazze. Lo so, sono un vigliacco, ma non me la sento ancora di raccontare tutto a Maya, non ancora, perlomeno. Non le mentirò per sempre, non lo merita; ma voglio vedere in che direzione andrà la nostra storia, prima di sbilanciarmi con lei.

Raggiungo la scuola e la trovo scalpitante davanti al portone d’ingresso. Mi viene incontro con aria incerta e mi regala un pallido sorriso.

«Ciao Alex, ti stavo aspettando…»

Mi lancia uno sguardo così dolce, che potrei sciogliermi all’istante. Le prendo la mano e mi chino per baciarla. Lei fa un passo indietro e io mi fermo a metà.

«Maya, va tutto bene?»

«Sì, cioè… no… è che non so bene come comportarmi con te, qui a scuola.»

Mi guardo intorno e comincio a ridere.

«Non siamo a scuola in questo momento.»

E la prendo tra le mie braccia, in modo che possa sentire il battito del mio cuore che incalza solo perché la sto abbracciando. Lo faccio per infonderle sicurezza, per farle capire i miei veri sentimenti.

«Sì, ma qualcuno potrebbe vederci e…»

«E cosa? Di che ti preoccupi? Ci sono un sacco di coppie nate nel nostro liceo e nessuno ha mai avuto nulla da dire. Certo, quando saremo in classe, credo che sia giusto mantenere le distanze. In fondo la scuola è il nostro posto di lavoro. Però non c’è motivo di nascondere quello che proviamo, almeno da parte mia.»

«Hai ragione» mormora lei e così mi permette di baciarla. Quando ci stacchiamo, camminiamo mano nella mano fino al portone d’ingresso e i nostri compagni di classe cominciano a ridacchiare e fare battutine.

«Chi l’avrebbe mai detto! Il secchione e la ginnasta si sono messi insieme. Maya, mi deludi. Se eri pronta per una storia, bastava dirmelo. Che te ne fai di un ragazzino, quando puoi avere un vero uomo?» commenta Francesco, passandoci di fianco.

«Dove sarebbe questo vero uomo?» domanda Maya.

«Ma proprio qui, davanti a te…» risponde lui, cercando di tirar fuori un sorriso da conquistatore; peccato che faccia soltanto la figura del demente.

«Tu un vero uomo? Sai che potresti fare il cabarettista?» risponde lei, ridendogli in faccia.

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