Segnalazione “L’amore brucia come zolfo” di Lucia Maria Collerone

Readers segnalazione per la WriteUp Site 😍 È uscito a Gennaio “L’amore brucia come zolfo” di Lucia Maria Collerone 😘

Titolo: L’amore brucia come zolfo 
Autore: Lucia Maria Collerone 
Data pubblicazione: 21 Gennaio 2019
Editore: WriteUp Site
Genere: romanzo storico
Link Amazon: https://amzn.to/2CAn6qb




Sinossi:
L’opera è un romanzo storico ambientato nella città di Caltanissetta nel momento in cui essa è il centro mondiale dello zolfo, la grande storia dell’Indipendenza dell’Italia e dell’economia basata sull’estrazione dello zolfo fanno da sfondo alle vicende sociali e umane di due classi sociali: quelle degli zolfatari e delle loro donne, che lottano duramente per sopravvivere in condizioni di vita e di lavoro disumane e aberranti e dei nobili padroni delle miniere che gestiscono la ricchezza e governano le povere, disperate dei “diavoli della pirrera”.
Molte storie s’intrecciano con il loro carico di sofferenza e umanità, esseri umani schiacciati dalla povertà assoluta e dalla disperazione, che si ergono a titani e non arretrano davanti al dolore, alla crudeltà del reale e rispondono alla vita con coraggio e forza sorprendenti. Ci sono uomini che le convenzioni sociali stigmatizzano e costringono a scelte di vita senza scampo, senza libertà.
Protagonista è Cecilia eroina tragica che spicca prepotentemente per la  sua bellezza d’animo, la sua capacità d’amore abnegazione per la  famiglia, per la sua capacità di sognare oltre il reale e che accetta la prigionia di un amore dorato per sfuggire all’abbandono, alla solitudine,  ai pregiudizi che la avvolgono in una comunità becera e incapace di condivisione, troppo oppressa dalle sofferenza di una vita meschina, simbolo di tutte le donne che in ogni epoca, compresa la presente, sono abbandonate e scelgono di perdersi ,rinunciando a ciò che hanno di più caro, i figli.
Cecilia sa che un uomo può trasformarsi da diavolo in angelo attraverso le mani di una donna sapiente e che sappia prendersi cura di lui, non solo in modo materiale, ma dandogli amore e donandosi a lui.
Cecilia è sola in un mondo dove l’anello debole è la donna, dove quando una donna non ha un uomo a proteggerla, può solo diventare una prostituta. La sua bellezza particolare, diversa, quasi regale e la sua furbizia arguta, nonché la sua intelligenza operosa, la rendono appetibile agli occhi del barone che lei incontra e seduce quando è poco più che una bambina.
Il destino poi, combina le carte e lei diventa la preferita del Barone che diventa il suo Nonò. Cecilia cerca di evitare questa scelta, ma la via è segnala e a lei non resta che tentare si avere una vita vivibile concedendosi a quest’amore che la conquista, ma che porta con sé il dolore più grande, quello del dover rinunciare ai figli nati da tale unione. L’intreccio assorbe per il turbinio degli eventi, per il continuo cambio di azione e di situazione, per i capovolgimenti, che non coinvolgono solo Cecilia, ma tutto il mondo che è intorno a lei sia umano che storico.
La scrittura è veloce e curata nei particolari, crea immagini vivide e forti che nella mente del lettore diventano come scene da un film.
La storia narrata ha la sua fonte in una storia vera, realmente vissuta, i personaggi sono realmente esistiti e l’impianto della cornice è storicamente circostanziato e corrispondente al vero storico. Ciò che, invece, è frutto della creatività dell’autrice, è la ricostruzione della storia d’amore, che pur essendo realmente esistita, nell’evolvere dei fatti, è frutto della fantasia narrativa dell’autrice e della narrazione orale di chi è stato realmente a contatto con i protagonisti.
Estratto:
Il Barone Ferdinando M. Tremò e si rituffò nei profondi occhi verdi di quel giovane uomo adirato. Sentì una morsa al cuore, un piacere sottile, una paura folle. Sì infilò in quelle fibre di vetro e, cercando appoggiò nella carrozza, disse:
“Salvatore, tu sei Salvatore…”.
Estratto: 
Aveva un profumo dolce, di mandorla, e Cecilia si calmò. Ferdinando si staccò da lei e le prese la mano. La portò sotto il fico e sedettero a terra, Uno vicino all’all’altra.
“Dove sei stata Cecilia, perché sei andata via”, chiese con un filo di voce Ferdinando.
“Sono scappata via da voi, Signore. Provavo questo desiderio di stare con voi, e pensai che non era giusto, così me ne andai, ma la vita mia ha riportato da voi, ed eccomi!”, disse semplicemente lei.
“Non chiamarmi Signore, ti prego. Ferdinando, il mio nome è Ferdinando”, disse stringendole le mani.
“Quanto è lungo il vostro nome!”, sussurrò sorridendo Cecilia.
“Farmene uno tu di nome, Uno che ti piace, e tu mi chiamerai sempre così” propose il giovane con le parole che sorridevano.
“Nonò” disse dopo averci pensato solo un poco.
“Sì mi piace, Nonò. Nonò di Cecilia, … sono il tuo Nonò e tu sei la mia Piccola Fiamma…
 
Biografia:
Lucia Maria Collerone ha 54 anni. Insegnante di lingua inglese in una scuola superiore; è PhD in Scienze cognitive e ricercatrice sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Vive a Caltanissetta con il suo Totò con il quale è sposata da oltre 30 anni. Ha tre figli ed è nonna di Gioia una meravigliosa bimba di quasi 7 anni. Questo è il suo terzo romanzo. Il primo “Lungo il cammino” ha vinto il premio Cimitile sezione inediti nel 2003 ed è stato pubblicato da Guida editore (fuori catalogo in self sui principali store e on demand in libreria); il secondo è un romanzo Young adult sulla dislessia dal titolo “200 giorni. La dislessia tra i banchi di scuola e le pieghe della vita” edito per Arethusa Editrice (To) nel 2010 e disponibile in self publishing su Amazon. Scrive anche romance che sono la sua passione perché cambiare il mondo bisogna iniziare dalle donne. Il suo ultimo romance passio “La “Terra di Gelsomina” è su Kobo.

Curiosità su “L’amore brucia come zolfo”
Ho conosciuto questa storia dalla viva voce di una delle persone che l’hanno vissuta, una discendente di Cecilia. Avevo 17 anni e non sapevo niente di miniere di zolfo nè  di quel periodo della storia della mia città. Era una storia così triste che la lasciai seppellita i sotto il trascorrere della mia vita,ma iniziai a fare ricerca storica sulle miniere. Nel 2000 dopo 17 anni, quando la persona che me l’aveva raccontata morì, sentii il bisogno di scriverla perchè non venisse dimenticata e taciuta. Ci sono voluti altri 17 anni perchè la pubblicassi. Moltissime donne in quei terribili tempi, subirono il destino di Cecilia e nessuno ne ha mai parlato.La sua storia è uguale a quella di tutte le donne di ogni tempo e luogo che,senza nessuno che si prenda cura di loro devono abbandonare i frutti migliori della loro esistenza e perdersi. Volevo riscattare il suo nome e lavaro dall’ignominia che l’avvolgeva e restituirle un poco dell’amore dono che non ha mai ricevuto. Chi legge la sua storia non può che amare Cecilia è tutte le donne eroine dell’amore come lei. Questa è una seconda edizione; la prima in self, pubblicata l’anno prima, ha ricevuto ottine critiche e recensioni e ha trovato la casa editrice che l’ha reso edito dopo 17 mesi dalla prima pubblicazione.
 

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