Sette Blog per Un Autore: Maria Tronca

 

Readers l’ospite di questa settimana, per l’iniziativa Sette blog per Un autore, ideata dal blog Gli occhi del lupo, è Maria Tronca!

 

 

Titolo: L’ultima punitrice

Autore: Maria Tronca

Data di pubblicazione: 04 maggio 2020

Editore: Les Flâneurs Edizioni

Genere: Narrativa

Pagine: 424

Link Amazon: https://www.amazon.it/Lultima-punitrice-Bohemien-Maria-Tronca-ebook/dp/B087933MDM/ref

Trama

Le estati di Ninfa sono il villino dei nonni a Mondello, la casa principesca di Barbara, gli occhi di velluto di Nino, l’eleganza di Marlene al manicomio, e poi gli amici in motorino, i fuochi sulla spiaggia, l’amore intramontabile per Nino e la lite con Barbara, il suo sguardo di marmo. L’estate diventa il periodo dell’apprendistato da Punitrice, un destino che scorre nel sangue di Ninfa e di nonna Dorina sin dai tempi della Vecchia e della minaccia che rappresenta. Ninfa impara il potere delle erbe e la capacità di ascoltare, ma raccoglie l’eredità di famiglia a modo proprio, con nuove regole e con la complicità di Antonella, decidendo che le sue punizioni potrebbero anche essere terribili. Un giorno potrebbe averne bisogno. Con L’ultima punitrice, Maria Tronca conferma le sue qualità di tessitrice di trame e destini e di narratrice in grado di ricostruire attorno al lettore una Sicilia meravigliosa.

 


 

Intervista

 

1)Chi è Maria Tronca? Raccontaci qualcosa su di te
Sono un scrittrice palermitana con una grande passione per la cucina, sono laureata in lingua e letteratura inglese e ho vissuto 14 anni al Nord, Milano e Venezia, lavorando sempre in attività e aziende che avevano a che fare con l’editoria, nel senso più ampio del termine, ho due figlie.

 

 

2)Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la scrittura?
Ho cominciato a leggere i primi romanzi a 8 anni, Piccole donne, Incompreso, la saga della Tigre della Malesia e quella del Capitano Nemo e tanti altri, da allora non mi sono più fermata. La passione per la scrittura nasce più o meno nello stesso periodo, se non prima, mi ricordo che inventavo storielle, le scrivevo e poi le leggevo alle mie compagne. Il primo romanzo l’ho scritto a 14 anni, in 4 quadernoni alti due dita, per un periodo l’ho conservato ma un giorno, verso i 17 anni, ho pensato che fosse una cretinata e l’ho buttato via. Me ne pento da morire!

 

 

3)Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?
Dalle 4 alle 5 ore, ma non sabato e domenica dedicati alla cucina e alla lettura.

 

 

4)Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o ascolti della musica?
Dipende: se ho già tutto chiaro in mente, e devo solo mettere nero su bianco, scrivo con la musica in sottofondo, altrimenti ho bisogno del silenzio rotto soltanto dai suoni esterni, gli uccelini che cinguettano, il soffiare del vento, lo scroscio della pioggia e i rumori delle macchine in lontananza.

 

 

5)I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?
Se dovessi pensare a una colonna sonora che li rappresenta, o anche da consigliare di ascoltare in sordina a chi legge, opterei per qualsiasi album degli Agricantus.

 

 

6)Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?
Questa domanda è crudele, anzi sadica! Uno solo? Ma come si fa?! Va bene, scelgo l’autore che mi ha stregata con un libro letto in una notte, l’indomani avevo esami ma non ce la facevo a smettere, comunque ho preso 30: Centanni di solitudine di Gabriel García Márquez. Ho letto tutto di lui e lo adoro.

 

 

7)Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché? (Raccontacelo nei limiti dello spoiler)
Sinceramente no, e ne sono contenta.

 

 

8)Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i?

Certo, come sempre: a me, alla mia migliore amica, a mio fratello, alle mie figlie, ai miei genitori, a qualcuno con cui ho fatto soltanto una chiacchierata, a persone che non conosco ma che vedevo/vedo regolarmente, tipo il netturbino o la signora della palazzina all’angolo della strada.

 

 

9)Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro?
Di mandare la propria opera soltanto a case editrici affidabili, serie, anche giovani, basta che siano deontologicamente corrette, di non fidarsi di nessun editore che chieda dei soldi per la pubblicazione o che pretenda che l’autore acquisti un minimo di copie, di partecipare ai concorsi letterari ma non a pagamento, di affidarsi a un agente se non hanno voglia di fare il giro delle sette chiese, e di non smettere mai di crederci, di non abbattersi e di continuare a scrivete con passione, amore e tanta disciplina.

 

 

10)È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare questo romanzo?
Perché è un libro con una storia tanto reale, spesso cruda, quanto magica e romantica, perché fa ridere e fa piangere, perché è ricca di pathos e di colpi di scena, perché c’è dentro Palermo con tutti i suoi colori, profumi e sapori, perché si sente il suono del mare tra le righe. Perché c’è un filo invisibile ma potente che unisce il passato e il presente e conduce nei meandri più remoti e oscuri dell’animo umano.

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