Sette Blog per Un Autore: Sara Serra

 

Readers l’ospite di questa settimana, per l’iniziativa Sette blog per Un autore, ideata dal blog Gli occhi del lupo, è Sara Serra!

 

 

Titolo: La casa del gelsomino bianco

Autore: Sara Serra

Data di pubblicazione: 30 marzo 2021

Editore: Royal Books Edizioni

Genere: Contemporary Romance

Pagine: 366

Link Amazon: https://www.amazon.it/casa-del-gelsomino-bianco-ebook/dp/B08ZL1XCXR/ref

Trama

La famiglia è un dono prezioso, dal valore inestimabile. Ed è proprio in una famiglia protettiva e amorevole che crescono Alena Demeo ed Ethan Loi, in una tenuta tra le campagne Picene dove imparano già da piccoli ad amare la terra, il vigneto, l’orto dei nonni e i mercati biologici della domenica. Alena ed Ethan non sono fratelli ma la sorte li ha uniti sin dalla nascita, promettendo loro di tenerli insieme per sempre. Il destino, però, a volte è beffardo, soprattutto quando sono i pregiudizi a mettersi in mezzo tra il fato e il libero arbitrio. Eppure, sebbene molti le chiamino streghe, le donne Demeo superano ogni pregiudizio entrando nel cuore di chiunque varchi la soglia di “Villa Sole”. Ma quando tutto sembra scritto, prevedibile e predeterminato, un paio di occhi color cioccolato, quelli di Cristian, mettono in dubbio ogni certezza acquisita. Il destino è forse pronto a rimescolare le sue carte? Tra segreti e verità taciute, tra antiche spezie e qualche ingrediente magico, osteggiata dai rimorsi del passato e con mille aspettative per il futuro, Alena è pronta a far rinascere l’azienda di famiglia e la vecchia tisaneria delle zie. Ma sarà capace di fidarsi ancora del destino?

 


 

Intervista

 

1)Chi è SARA SERRA? Raccontaci qualcosa su di te

Sono l’autrice de “La casa del gelsomino bianco” che tuttavia non è il mio romanzo d’esordio.
Ho 39 anni, sono siciliana d’origine ma vivo a Roma (non sempre) ormai da qualche anno.
Non amo in modo particolare parlare di me.

 

 

2)Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la scrittura?

La passione per la lettura nasce essenzialmente per emulazione. A casa mia c’erano sempre tanti libri, la maggior parte dei quali appartenevano a mia sorella e molti di questi li ho distrutti per costruirci altro, un po’ come ho fatto con tutti i suoi giocattoli.
E ricordo mia zia che leggeva sempre, anche a tavola mentre mangiava: una mano sul cucchiaio e l’altra sul libro davanti a lei.
Ogni membro della mia famiglia mi ha trasmesso a modo suo l’amore per la lettura. Anche mio nonno, per esempio, citava a memoria la Divina Commedia e conosceva perfettamente i miti greci. Spesso rileggeva un’edizione illustrata dell’Odissea.
La passione per la scrittura, invece, credo sia nata insieme a me: fa parte del mio DNA, è un carattere genetico, molto probabilmente per compensare il fatto di non essere particolarmente loquace. Anche mia sorella scrive e persino mio nonno scriveva sempre, ha anche autopubblicato le sue memorie da marinaio durante la seconda guerra mondiale.
E così anche io ho cominciato a scrivere storie nel momento stesso in cui ho imparato a usare la penna, quindi questa è davvero una delle caratteristiche che mi definisce. L’idea di far leggere i miei testi agli altri, invece, è molto più recente ed è una cosa con cui ancora non mi sento del tutto a mio agio.

 

 

3)Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno? 

In realtà ci sono periodi, anche particolarmente lunghi, in cui non scrivo assolutamente nulla. Poi capita di essere colta da una “folgorazione” improvvisa e allora comincio a buttare giù pagine su pagine, ininterrottamente, anche per ore. Scrivo soprattutto durante la notte, compatibilmente con i miei impegni quotidiani, con il lavoro e con la necessità di essere presente – non solo fisicamente – il mattino successivo per adempiere a tutti gli impegni che scandiscono la mia giornata.
Quando comincio a scrivere una storia è difficile per me staccarmi dal pc (è lì che scrivo, mentre su un taccuino che porto sempre con me annoto qualche parola, qualche frase, qualche dialogo o pensiero che mi passa per la testa mentre sto facendo tutt’altro), infatti in quei periodi tendo particolarmente a estraniarmi e, anche quando sto facendo la spesa o sto portando fuori il cane, potrei sembrare assorta nella mia attività ma in realtà sto solo elaborando mentalmente il capitolo successivo.

 

 

4)Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o ascolti della musica? 

In genere preferisco il silenzio perché basta una minima distrazione per distruggere l’ispirazione che mi aiuta a scrivere per poi ritrovarla dopo molti giorni. Ho un’ispirazione molto labile, lo ammetto.
Ci sono però alcune scene che preferisco accompagnare con la musica, come se il ritmo mi aiutasse a scandire i momenti della storia. In genere ascolto delle colonne sonore, concerti di musica classica e, principalmente, Giovanni Allevi.

 

 

5)I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore? 

Certo. Peraltro la Royal Books, la mia casa editrice, inserisce un QR code alla fine di ogni libro con cui è possibile accedere alla playlist su Spotify con tutte le canzoni e le musiche che hanno accompagnato la storia.
Lo ha fatto anche con il mio libro.
In ogni romanzo che scrivo o in ogni racconto c’è sempre un personaggio che ama la stessa musica che amo io, sebbene spesso impopolare.
Ne “La casa del gelsomino bianco”, per esempio, nessuna canzone è casuale. Le parole di tutti i testi che ci sono dentro si adattano perfettamente ai personaggi e alla scena in cui sono inseriti.

 

 

 

6)Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?

Non ho un autore preferito ma amo molto Johanne Harris e Laura Esquivel. Uno dei miei libri preferiti è “Il ritratto di Dorian Gray” perché è stato il primo romanzo adulto che abbia letto; la storia mi ha segnato particolarmente e da allora non ho più abbandonato la lettura, seppure con ritmi altalenanti in base alle varie età e sebbene i miei gusti letterari cambino di continuo. Uno dei libri che poterò sempre nel cuore, però, è “Il cavaliere d’inverno”.

 

 

 

7)Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché? 

Non cambierei nulla, anche perché prima della pubblicazione ho riscritto alcuni capitoli decine di volte, ho fatto numerosissimi tagli e ho ridefinito all’infinito i miei personaggi. Quando ho premuto il tasto “invio” per proporre il manoscritto alla Royal Books ero ormai certa di ogni scelta fatta, di ogni mossa compiuta e di ogni parola detta dai miei protagonisti. E dopo l’abbiamo lavorato ancora, praticamente fino al giorno che è andato in stampa abbiamo fatto correzioni.

 

 

 

 8)Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i? 

Non mi sono mai ispirata a qualcuno per la creazione di un personaggio perché inventarlo è proprio la cosa che mi diverte di più. Amo definirne il carattere, scoprire insieme a loro le cose che amano e ciò di cui hanno paura, quali sono i sogni che li animano e compiere scelte sbagliate insieme a loro, esattamente come accadrebbe a qualsiasi persona reale.
Più che altro capita che a un certo punto io veda in TV o sui social un personaggio famoso e qualcosa nel suo sguardo, nei suoi modi di fare o nel modo in cui ride mi faccia pensare proprio a uno dei miei personaggi.
Lo stesso è accaduto con Ethan, poi con Cristian e infine con Alena.

 

 

 

 9)Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro? 

Non credo di essere nella posizione di poter dare consigli. Più che altro ho capito che se vuoi scrivere non puoi esimerti dal leggere. La differenza tra un autore che legge tanto e un autore che non lo fa per abitudine è lampante, salta all’occhio di qualsiasi lettore.
Sicuramente gli esercizi di stile aiutano a perfezionarsi e a trovare il proprio genere, cioè quella zona di comfort in cui ogni autore potrebbe scrivere per ore e di tutto.
Credo che prima di proporre il proprio manoscritto a una casa editrice sia importante leggere, rileggere, rileggere ancora e ancora e ancora. Tagliare, riscrivere, lasciar riposare e poi rileggere nuovamente fino a quando non si sia certi di non voler cambiare quasi più nulla del romanzo.
Il passo successivo è quello di scegliere i giusti editori a cui proporre il testo, conoscere le loro collane, il loro catalogo e sapere in quale di queste la propria opera potrebbe trovare collocazione.
Sconsiglierei l’invio compulsivo a tutte le case editrici sul territorio nazionale ed escluderei a priori quelle che pubblicano a pagamento o che non curano l’editing e la grafica del libro o che non ne assicurano una buona distribuzione.

 

10) È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare questo romanzo?
Perché il lettore che ama le ambientazioni di campagna, il calore del focolare, gli ambienti intimi e familiari e le storie di amicizia indissolubile potrebbe trovarsi a suo agio tra le pagine che narrano di “Villa Sole”, delle dinamiche di questa famiglia, quasi tutta al femminile, in cui regnano amore e rispetto prima di ogni cosa, in cui Alena, Ethan, Bea e Cleo crescono imparando a dare spazio solo all’essenziale e ai valori più importanti.
Poi, ovviamente, in una famiglia c’è sempre chi recepisce di più e chi meno gli insegnamenti impartiti.
Consiglio di leggere questo romanzo perché il messaggio che ho voluto metterci dentro è quello di non arrendersi mai, di non lasciarsi abbattere dalle circostanze avverse, di non smettere mai di credere in sé stessi, nelle proprie capacità e nel disegno che le stelle hanno tracciato per noi.
Ognuno ha sempre una seconda occasione nella vita, che è un po’ come la possibilità di risorgere dalle proprie ceneri. Tutto il resto, poi, viene da sé: da ciò che il destino ha in serbo per noi e dalla tenacia che dimostriamo di possedere.

 

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