Sette blog per Un autore: Tiziana Lilò

 

Readers l’ospite di questa settimana, per l’iniziativa Sette blog per Un autore, ideata dal blog Gli occhi del lupo, è Tiziana Lilò!

 

 

Titolo: Diario di un cervello in fuga: nel XXI secolo

Autore: Tiziana Lilò

Data di pubblicazione: 18 giugno 2020

Editore: I read it (PubMe)

Link Amazon: https://www.amazon.it/Diario-cervello-fuga-secolo-read-ebook/dp/B08B3BD6QP/ref

Trama

Un vero diario di viaggio scritto nel 2008 dalla protagonista: Tiziana.

Una volta li avremmo chiamati “migranti con la valigia di cartone”, oggi invece i giovani che lasciano il nostro Bel Paese sono dei “cervelli in fuga”.

Tiziana e Damiano, stanchi di un paese che non offre loro nulla, decidono di tentare la fortuna altrove, ma la troveranno?

È davvero così facile ricominciare in terra straniera?

Un diario sincero ed autentico, da leggere tutto d’un fiato!

 


 

Intervista

 

1) Chi è Tiziana Lilò? Raccontaci qualcosa su di te

Il mio nome è Tiziana Lilò, nata Mastrolillo (classe 1980), mi reputo un’aspirante scrittrice sulle orme della mia preferita: Sophie Kinsella. Amo alla follia viaggiare, i miei cani e mio marito (non in questo ordine di priorità). Una sensitiva una volta mi ha detto che nella vita precedente ero un’indiana d’America, pertanto ritengo sia questo il motivo per il quale adoro quella nazione… e il burro d’arachidi! Mi definisco una persona eclettica e mi piacerebbe vivere tante vite per poter intraprendere carriere diverse: la cake designer, la personal shopper, l’interior designer, l’event planner, la tester di hotel. Non sono una sportiva (sebbene da adolescente abbia ottenuto la cintura nera di karatè) e da un paio d’anni ho scoperto dell’interesse per il pilates. Sono molto intollerante all’incoerenza.

 

 

2) Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la scrittura?

Ho iniziato a leggere “seriamente” finita l’università (quindi ormai 15 anni fa).

Prima mi sono nutrita soprattutto di “Topolino”. Ho spaziato dai romanzi storici, ai thriller, a quelli rosa (e questi ultimi sono di gran lunga i miei preferiti). Leggere permette davvero di “vivere altre vite”, altre realtà.

Scrivere un libro è sempre stato un mio sogno, una di quelle cose per le quali bisogna mettere la spunta nella vita. In particolare mi sono decisa dopo che lo scritto del mio test di maturità è stato un 5.

DIARIO DI UN CERVELLO IN FUGA NEL XXI SECOLO è la mia prima opera e il motivo per il quale l’ho scritto non è certo ambire al Premio Strega, bensì far sorridere chi lo legge.

 

 

3) Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?

Purtroppo ultimamente non ho avuto tantissimo tempo da dedicare alla scrittura, ma ogni volta che leggo, ascolto, vedo qualcosa di stimolante, prendo nota sul mio Iphone!

 

 

4) Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o ascolti della musica?

Assoluto silenzio!

 

 

5) I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?

Una “caratteristica” del mio DIARIO DI UN CERVELLO IN FUGA NEL XXI SECOLO è l’aver l’onore di avere come titoli dei capitoli frammenti di testi delle canzoni di Luciano Ligabue, e questo è per me fonte di soddisfazione personale. Unire una mia opera con le sue, credo abbia del potenziale.

 

 

6)Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?

Sophie Kinsella. Tutti i suoi libri, anche quelli scritti con il suo vero nome Madeleine Wickham. Mi ispiro molto a lei, al suo modo di scrivere, così leggero, comico, a tratti irriverente.

 

 

7) Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché?

Premesso che ogni volta che lo leggo trovo che alcune piccole parti che avrei potuto scrivere in maniera differente, trovo che sia un’opera in continua evoluzione. Talvolta penso che potrei riscriverla ma in terza persona… alcune situazioni si vivrebbere e racconterebbero con un punto di vista differente, esterno.

 

 

8) Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i?

Sì, a noi due!

 

 

9) Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro?

Di non demordere. La strada è lunga e impervia. Io l’ho lasciato per anni nel cassetto, ogni tanto lo rispolveravo, lo proponevo, e poi lo rimettevo via. Ma nella vita ogni cosa ha il suo percorso, e nessuno può andare contro al tempo e alle coincidenze degli eventi e di quando essi devono accadere. Ecco, il mio diario ci ha messo 12 anni per “sbocciare”. Questa soddisfazione si può provare solo quando si è ultimato il percorso e tolto quel “tarlo” dalla testa. E come ha detto il grande Luciano Ligabue una volta: “Io sono convinto che bisogna crederci, bisogna correre il rischio di essere illusi, bisogna correre il rischio di passare per ingenui, ma bisogna crederci”.

 

 

10) È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare questo romanzo?

Perchè è un racconto vero, di due italiani che sono stanchi di questa Italia che offre ben poco ai suoi giovani (e credo che molti la pensino così), che fa viaggiare (non solo con la fantasia) e scritto con l’obiettivo di far sorridere, che fa sempre bene nella vita.

 

 

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