Sette Blog per Un Autore: Virginia Panichi

 

Readers l’ospite di questa settimana, per l’iniziativa Sette blog per Un autore, ideata dal blog Gli occhi del lupo, è Virginia Panichi!

 

 

Titolo: Levii – Hatan

Autore: Virginia Panichi

Data di pubblicazione: 28 settembre 2021

Editore: Edizioni Open

Genere: Fantasy

Pagine: 217

Link Amazon: https://www.amazon.it/Levii-Hatan-Virginia-Panichi-Donati-ebook/dp/B09HGP7WB8/ref

Trama

Turi è un guardiano di porci, Dion un poeta. Catapultati loro malgrado nel Rostro, una “scuola” di addestramento per Camminatori, verranno formati dai Magistri per tutelare l’Isola di Levii-Hatan dai Natanti, uomini che vengono dal mare con l’intento di far inabissare l’unica terra conosciuta.

Riusciranno questi due eroi improbabili a compiere la missione? Quale sarà il Sapere tramandatogli inaspettatamente sotto forma di potere magico? Un’avventura rocambolesca che esplora mondi lontani accompagnata dalla nascita di una vera amicizia.

 


 

Intervista Autore

 

1) Chi è Virginia? Raccontaci qualcosa su di te
Mi chiamo Virginia e il mio lavoro è anche la mia passione più grande. Sono pittrice e fotografa e negli ultimi anni scrivo. Vivo a Firenze e la mia città con la sua bellezza, mi ha viziato alla ricerca estetica, in tutte le sue forme d’arte.

 

 

2) Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la scrittura?
Le parole sono un mucchio di segni messi insieme, se le si osservano distrattamente sono pura astrazione. Ma l’incantesimo che generano quando si decide di capirle è vera magia. Ho iniziato a leggere così, per avere il mio incantesimo personale e perdermi in mondi paralleli.
Poi un giorno ho finito un libro che mi aveva davvero toccata, mi sentivo triste e allora ho pensato “un attimo, anche tu puoi scrivere e inventare una nuova avventura”. Ero così entusiasta che l’ho fatto davvero e mi è piaciuto più di quanto mi aspettassi. Scrivere è un viaggio continuo che si può fare seduti nel silenzio di uno spazio prescelto. Le connessioni mentali che fanno nascere una storia, una qualsiasi, sono un toccasana per la mente e per lo spirito. Condividere questi viaggi emozionali è piacevole ma genera anche un po’ d’inquietudine: si lascia che il lettore entri in una sfera molto personale.

 

 

3) Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?
Diciamo la maggior parte della giornata, perché quando non posso scrivere penso a ciò che dovrebbe succede nel capitolo successivo, o a cosa cambiare in quello precedente. Quando sono da sola sola nel mio studio o in casa appena ho un attimo scappo, mi nascondo e inizio!

 

 

4) Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto o ascolti della musica?
Il silenzio assoluto e maledico tra i denti i disturbatori spesso ignari. Non ho mai provato a scrivere con la musica, che è sicuramente un elemento molto potente, ma che per me lo sarebbe troppo da accostare ad un flusso di pensieri in nascita.

 

 

5) I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?
No, o meglio hanno le colonne sonore che seguono l’andamento del racconto, i rumori reali di una determinata scena. Cerco sempre di “sentire” i suoni, come anche gli odori, mentre mi immagino una situazione. Questo aiuta nell’immedesimazione, sia dello scrittore che del lettore che ritrova sensazioni veritiere.

 

 

6) Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?
Se me lo chiedi oggi ti posso rispondere “La prima legge” di Joe Abercrombie, ma non è detto che lo sia anche domani. Mi lascio molto conquistare dalla lettura appena conclusa (a patto che sia una buona lettura) e sono convinta che ogni momento della vita abbia una sorta di calamita per il libro più adatto a quel periodo.

 

 

7) Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché? (Raccontacelo nei limiti dello spoiler)
Più che cambiarla vorrei averla conclusa, pare che io non sia in grado di scrivere un libro breve, solo trilogie per me, facili facili da piazzare sul mercato! Comunque difficilmente sono soddisfatta al cento per cento e non faccio altro che rileggere e correggere, fin quando arriva il punto (in cui conosco il testo a memoria!) di dire basta.

 

 

8) Ti sei ispirata a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i?
Diciamo che ho preso come modello per Turi lo stereotipo del guardiano di porci, del contadino insomma e del dandy per Dion il poeta. Il fatto interessante avviene con l’evoluzione dei due personaggi, un po’ imposta dalle rigide lezioni del Rostro, un po’ per il percorso interiore di crescita dei personaggi. Questi stereotipi vengono rivisti e spesso ribaltati, creando un mix molto divertente.

 

 

9) Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro?
Prima di tutto di non pensare alla pubblicazione. Mi spiego, credo che per far funzionare un testo ci si debba divertire a scriverlo, lasciando a dopo la conclusione l’angoscia della pubblicazione. In questo periodo storico non basta essere scelti da una Casa Editrice per avere successo letterario, ma bisogna essere molto abili con i social, interagire con gruppi che hanno le tue stesse passioni per fare rete e avere un seguito. L’impegno quindi è doppio.

 

 

 

10) È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare questo romanzo?
Perché propone un tipo di Fantasy piuttosto innovativo. Gli eroi senza macchia e senza paura a cui ci ha abituato il Fantasy classico sono ormai superati e il lettore cerca immedesimazione. I miei protagonisti sono goffi, buffi e spesso inadeguati. Vi garantiranno risate e tante avventure mozza fiato.

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