Capitolo 4
Non diamo mai per scontato le persone che abbiamo accanto. Ricordiamo di fargli sapere ogni giorno quanto teniamo a loro e quanto siano importanti per noi. È un attimo e quelle persone potrebbero non esserci più. Potrebbe essere troppo tardi per fargli sapere l’amore che proviamo per loro. Anche se, sono piuttosto sicura, lo sappiano comunque… Ti voglio bene nonna.
Ai nostri Angeli custodi, che si travestono da nonni.
Claire
<<Maledette lacrime>>, mi passai furiosamente una mano sugli occhi annebbiati dalle lacrime.
Flashback di attimi felici passati insieme alla nonna non volevano smettere di farsi strada nella mia mente: quando da piccola mi faceva trecce e codini; l’arrosto che faceva molto più buono di quello di mia madre; quando mi aiutava a fare i compiti delle vacanze; quando insieme andavamo al mare e faceva castelli di sabbia con me; quando ci sdraiavamo in giardino a guardare le nuvole, fantasticando su che cosa assomigliassero; quando mi aveva insegnato a dipingere – una vano tentativo; quando alla sera giocavamo a Monopoli insieme al nostro piccolo Teddy Bear; le volte in cui mi stringeva in un forte abbraccio quando ero triste; quando cantavamo a squarciagola le sue canzoni preferite.
Un tuono riecheggiò nell’abitacolo della mia Jeep. Ero in auto da più di un’ora, le strade erano scivolose a causa della pioggia, i vetri erano costellati da goccioline che i tergicristalli non facevano in tempo ad eliminare, il cielo ormai era stato completamente risucchiato dalla notte.
Quando da lontano intravidi il cartello della città sentii un misto di sollievo ed agitazione. Lo stomaco mi si contorse mentre gli occhi in automatico si riempirono nuovamente di lacrime. Li chiusi per un istante, nel tentativo di far smettere quel bruciore, ma quel solo istante fu decisivo.
<<OH MIO DIO!>> gridai frenando bruscamente.
Per quanto cercassi di preme sul pedale, l’acqua aveva reso scivolosa la strada, non riuscii a fermarmi in tempo. Spalancai gli occhi quando i fari della mia auto ne illuminarono due luccicanti nel buio.
<No… no no no no… ti prego>>.
Lasciai il motore della macchina acceso e corsi subito fuori dall’abitacolo. Il cielo era in tempesta mentre goccioloni d’acqua mi inzuppavano da capo a piedi. Mi guardai intorno, con il cuor che galoppava a mille.
<<Ti prego…>> supplicai mentre delle lacrime si mischiavano alla pioggia sul mio volto.
Poi lo sentii. Un flebile guaito. Vicino al ciglio della strada c’era il corpo inerme della mia vittima.
<<Ti prego fa che non l’abbia ucciso>>. I miei tacchi ticchettavano sull’asfalto mentre correvo verso la figura riversa a terra.
Il cuore mi si strinse in una morsa mentre mi inginocchiavo a terra. I sassolini dell’asfalto mi graffiarono le ginocchia, coperte solo dal sottile strato delle calze, ma non mi importava.
Osservai il petto di quel cane che si alzava e si abbassava in modo affannoso.
<<Oh mio Dio>> singhiozzai.
Mi passai una mano tra i capelli ormai fradici, delle ciocche si sciolsero dallo chignon e mi ricaddero sul volto.
<Ok, io.. devo fare qualcosa>>.
Mi tolsi la giacca iniziando a pensare velocemente. Dovevo assolutamente aiutare quel piccolo essere.
Lo avvolsi con la giacca e poi mi alzai in piedi. Corsi alla macchina, aprii la portiera posteriore e poi tornai dal cane. Con tutta la forza che avevo in corpo cercai di prenderlo in braccio.
<<Mmm>> grugnii mentre lo sollevavo dal terreno.
Non si mosse e non emise alcun suono. Tornai il più velocemente possibile alla macchina e lo depositai sui sedili di dietro.
<<Andrà tutto bene, te lo prometto>>.
Rigirai di corsa la macchina e fradicia mi rimisi alla guida.
<<Io… troverò qualcuno…>> balbettai.
Ripresi a guidare, più velocemente ma anche aguzzando maggiormente la vista. Ad uno stop guardai dallo specchietto la palla di pelo riversa sui miei sedili. Mi si strinse lo stomaco.
Premetti sull’acceleratore. Lanciando un’occhiata all’orologio pregai che la clinica fosse ancora aperta.
<<Ti prego…>>.
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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