#FanFiction #CinquantaSfumaturediMrGrey #ThisMan

Piccola premessa: è un po’ corto, ma sono tornata a ritmi frenetici. Siccome la seconda parte di questa seconda parte (scusate il gioco di parole) è più complessa, ho preferito non mischiare le due cose e dividere ulteriormente in modo da avere più tempo per elaborarla al meglio. Lo so, sono passata da essere la “signora della domenica”, come dice Mel, alla “signora del mercoledì”. Ma per il momento continuo così. Quindi troverete il mercoledì Mr Grey e il sabato o la domenica Mr Ryan (mancano appena due capitoli e poi i 4 outtakes)…e dopo…chissà…mi piacerebbe analizzare un altro protagonista maschile….chi suggerite?? 😀 Sempre vostra, A.




Le tengo aperta la portiera dell’auto e, dopo averla fatta accomodare, invio un sms a Taylor mentre faccio il giro, chiedendogli di togliere il vaso di fiori dal tavolo dell’ingresso e spegnere le telecamere in quella zona. E di prendersi la serata libera con Gail. Il mio piano è preciso. E lo porterò a termine fino in fondo. Monto in auto e accendo il motore.
«E così vuoi fare sesso in macchina» mormoro con un sorrisetto soddisfatto.
«Molto francamente, sarei stata felicissima di farlo sul pavimento dell’atrio» dice, con la voce carica d’urgenza.
«Credimi, Ana, anch’io. Ma non mi piace essere arrestato a quest’ora della notte, e non
volevo scoparti in un gabinetto. Be’, non oggi.»replico calmo.
La sento girarsi di scatto sul sedile. Mi volto e i suoi occhi sono famelici, le guance arrossate dal desiderio e la bocca schiusa come in attesa. “Dio, cosa farei a quella bocca proprio ora!”.
«Intendi dire che era una possibilità?» sussurro con un filo di voce.
«Oh, sì.» mormoro roco.
«Torniamo indietro.» ordina frettolosamente.
Mi volto di scatto verso di lei e scoppio a ridere di gusto per la sua impazienza. Mi fissa e non riesce a trattenersi. Ride anche lei, reclinando la testa contro il sedile. Quando mi riprendo, le poggio una mano sul ginocchio, accarezzandola piano.L’effetto su di lei è immediato. Smette di ridere e trattiene il respiro, fissando gli occhi sulla mia mano. Trattiene un gemito. E io devo sforzarmi di non accostare e dare sollievo al mio uccello che pulsa da più di un’ora.
«Abbi pazienza, Anastasia» le dico, scivolando nel traffico.
Per tutto il tragitto restiamo in silenzio. La mia mano si stacca di rado dal suo ginocchio e l’abitacolo si carica di attesa, di respiri smorzati, di battiti accelerati. Non vedo l’ora di potermi immergere in lei, di essere inghiottito dal suo sesso famelico. Voglio scoparla per tutta la notte.La giornata è stata lunga e frenetica e piena di cose nuove e, forse, troppo grandi per due ragazzi quali siamo. Ma intendo passare ogni attimo della mia vita con questa donna, dividere con lei ogni respiro. Ne sono più che convinto.
Fortunatamente il traffico non è così denso e riusciamo ad arrivare a casa in breve tempo. Parcheggio la Saab nel garage dell’Escala e spengo il motore. Sento i suoi occhi seguire ogni minima mossa e il mio respiro accelera in reazione alla consapevolezza che Ana è seduta accanto a me in uno spazio così ristretto. Mi volto a guardarla, poggiandomi alla portiera, con il gomito sul volante. Mi porto le dita alle labbra, come se riuscissi ad assaporare il suo dolce nettare. Con il pollice e l’indice gioco con il mio labbro inferiore, osservando la sua reazione. Arde di lussuria, si lecca ripetutamente le labbra e non smette di fissarmi la bocca. Credo che possa saltarmi addosso da un momento all’altro. E la voglia è assolutamente reciproca. Quando i suoi occhi raggiungono finalmente i miei la vedo deglutire faticosamente. Mi sfugge un sorrisetto compiaciuto.
«Scoperemo in macchina quando e dove deciderò io. In questo momento voglio prenderti su ogni superficie disponibile del mio appartamento.» le sussurro pacatamente.
«Sì.» mormora il suo assenso.
Poi chiude gli occhi, sporgendosi lentamente verso di me. La guardo, così arrendevole e tutta mia. Se la bacio ora, dopo non averla toccata per tutta la sera, va a finire che il mio controllo va a farsi fottere e lei con lui, perché non resisterò a non saltarle addosso. Con tutta al forza di volontà di questo mondo mi impongo di non muovere neppure un muscolo. Resto immobile. Fermo come una statua, ammirando i suoi lineamenti e cercando di resistere ad assecondare la voglia che mi pulsa tra le gambe.
Dopo qualche secondo d’attesa, Ana riapre gli occhi, confusa. Apre la bocca per parlare, ma la blocco subito, prima che possa pensare qualcosa di spiacevole.
«Se mi baci adesso, non lo faremo nell’appartamento. Vieni»
Apro la portiera e scendo, girando attorno all’auto per far scendere anche lei.Le prendo la mano e ci dirigiamo all’ascensore. Nell’attesa non riesco a smettere di far scorrere il pollice sul dorso della sua mano. Ana me la stringe, respirando al ritmo dei cerchi che descrivo sulla sua pelle.”La mia piccola bambina è impaziente. Bene, Ana. Così impari a farmi aspettare”.
«Allora, cos’è successo all’appagamento immediato?» sbotta ad un tratto, con evidente impazienza.
«Non si addice a ogni situazione, Anastasia.» mormoro, divertito.
«Da quando?» chiede scettica.
«Da stasera.» ribatto prontamente.
«Perché mi stai torturando così?» si lamenta.
«Occhio per occhio, Miss Steele.» le dico soddisfatto.
«Come ti sto torturando io?» dice, aggrottando la fronte.
«Credo che tu lo sappia.» ribatto seccamente.
Ana alza lo sguardo su di me, pensierosa. Poi sembra capire. La guardo negli occhi. “Sì, Ana. Voglio la tua risposta. Voglio il tuo sì”. Un sorrisetto a metà tra il divertito e l’imbronciato le compare sul viso.
«Anch’io credo nell’appagamento ritardato» sussurra.
           ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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Cinquanta sfumature di Mr Grey – Capitolo 45 (seconda parte)

Scendendo lascio le chiavi della macchina di Ava agli addetti e invio un messaggio a John chiedendole di venire a prenderla. So che probabilmente non le andrà a genio, ma oramai ho deciso.
Sorrido tra me e me e mi infilo in auto per raggiungere il Maniero. Le ore che ci separano sono terribilmente noiose. Tra i preparativi per l’anniversario e i documenti da firmare, mi sento oppresso e sono veramente grato all’orologio quando mi segnala che è ora di andare via.
Sam mi ha chiamato per dirmi che lui e Drew si uniranno al nostro pranzo e li trovo ad aspettarmi nella hall. Quando arriviamo al bar Ava e Kate sono già sedute al tavolo. Kate fa un cenno col bicchiere nella nostra direzione, inducendo Ava a voltarsi verso di me.
Passando davanti al bancone faccio un cenno al proprietario. Sa che il conto lo pagherò io. Quando la raggiungo, mi chino a poggiarle un casto bacio sulla guancia. Poi recupero agilmente una sedia dal tavolo accanto e mi siedo vicino a lei, girato nella sua direzione. Le poggio una mano sul ginocchio, accarezzando e stringendo la sua pelle.
«Mi hai preso le chiavi della macchina» mi borbotta contro scontrosa.
Ma sappiamo entrambi che il suo tono è dovuto alla frustrazione per quello che le sto facendo sotto al tavolo.
«Tutto a posto?» chiedo a nessuno in particolare, ignorando a e muovendo l’indice in maniera circolare sulla sua coscia.
Ava mi lancia un’occhiataccia, io rispondo con un sorriso. Prova a spostare la gamba, ma la stringo, impedendoglielo. La guardo male e tengo ferma la sua coscia con decisione.
“Quando voglio e dove voglio, Ava”.
«Tutto bene» replica Kate alla mia domanda. «Vado a ordinare. Cosa volete?» chiede alzandosi.
Diamo tutti le nostre ordinazioni e quando mi sporgo verso Ava per darle un bacio mi blocco, sentendo l’odore del vino. Noto che sul tavolo, però, non ci sono bicchieri.
«Hai bevuto» dico, irrigidendomi.
“Perché me lo nasconde?”.
«È stato un incidente» replica in fretta, distogliendo lo sguardo dal mio.
«Non mi interessa se bevi quando sono con te, Ava» le dico con fermezza per poi tornare a parlare con Sam e Drew.
Sento i suoi occhi fissi addosso per tutto il tempo. Con la coda dell’occhio noto un sorrisetto che le affiora sulle labbra. Mi volto verso di lei e le faccio l’occhiolino, senza scostare la mano dalla sua gamba sotto al tavolo. Il suo sguardo, in risposta, è famelico.
Kate torna da noi e si siede tra Sam e Drew. Sam mi lancia un sorrisetto che resta tra me e lui. Pervertito.
«Allora, come sta Victoria?» chiede Kate a Drew, con una punta di sarcasmo.
Lo guardiamo tutti. Tutti tranne Ava sappiamo il perché di quella domanda. Drew ha chiesto a Victoria di unirsi a lui e Sam al Maniero, prevedendo il coinvolgimento di Kate.
«Non chiedermelo» replica lui, bevendo un sorso di birra. «È dolce, ma dio, deve sciogliersi un po’» aggiunge.
«Perché le hai chiesto di accompagnarti?»
Questa volta è Ava a sputare fuori la domanda. La guardo male e lei arrossisce.
«Questo è ciò che sono, ciò che mi piace»
«Amen» conclude Sam, alzando la bottiglia in direzione di Drew.
Ava sembra scioccata. Lancia un’occhiata a Kate e così faccio anch’io. La Rossa sembra infastidita e prendo mentalmente nota della cosa, ripromettendomi di parlarne con Sam che, come un coglione, le sta sorridendo dopo aver toccato il suo bicchiere con la sua bottiglia di birra.
«Comunque», prosegue Drew, «devo godermela finché posso. Ormai ho trentacinque anni e tra un po’ mi verranno il culo cascante e le tette da uomo. Quando ne avrò bisogno, mi cercherò una donna che mi ama per come sono e non per il mio corpo»
Questa volta sono io ad irrigidirmi. Ava è a disagio, sposta le gambe, ma non glielo permetto. Aumento la stretta su di lei, possessivo, stringendo le labbra.
«Be’, a me restano solo nove anni, quindi sarà meglio che faccia il pieno» dice Kate, con una smorfia sarcastica.
Ava la fissa scioccata.
        ❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
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Il Lord del Maniero – Capitolo 50 (seconda parte)

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