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CAPITOLO 15

MAYA

Mi sento come un fiume in piena che ha rotto gli argini. Piango tra le braccia forti di Alex e non riesco a trovare conforto.

«Non doveva finire così. È tutto sbagliato» ripeto disperata.

Lui mi accarezza i capelli, poi mi tira su la testa, prendendomi per il mento, e cerca di cacciare via le lacrime dal mio viso con il dorso della mano.

«Se ho capito male, se ti sei sentita costretta, scusami…» mi sussurra.

Ora anche lui ha gli occhi lucidi e capisco che non posso più tergiversare. È arrivato il momento di spiegarmi.

«Non hai capito male e non mi sono sentita costretta. Anch’io volevo baciarti, lo desideravo tanto. Ma è tutto troppo grande per me, adesso… Io non posso permettermi di avere una storia a pochi mesi dalle Nazionali. Devo essere concentrata sui miei obiettivi.»

Chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie, convinta che Alex stia per esplodere. D’altronde chi non si arrabbierebbe dopo una confessione così? E invece lui mi scosta le mani, se le porta alla bocca e me le bacia, una alla volta. Mi guarda con i suoi occhi color dell’erba dopo una giornata di pioggia e faccio fatica a staccarmi dal suo sguardo.

«Mi avevi fatto spaventare. Credevo che non t’interessassi» bisbiglia, sistemandomi un ricciolo ribelle dietro l’orecchio. «Perché, credimi, io con te voglio fare sul serio. Non è che ti ho baciato così, solo per divertirmi.»

Le sue parole mi fanno bene e male nello stesso momento. Potrei fingere che per me non è lo stesso, ma decido di giocarmi la carta della sincerità.

«Alex, ascoltami. Tu mi piaci. Sei bello, simpatico, intelligente. Sai come prendermi e mi fai ridere. Chi non vorrebbe un ragazzo come te?» tento di spiegargli.

«Ma. Perché c’è un ma, vero?» domanda lui, con gli occhi che emanano bagliori smeraldini.

«Te l’ho già detto qual è il problema. Io voglio arrivare alle Olimpiadi. E per farlo devo concentrarmi sulla ginnastica artistica. Non solo con il corpo, ma anche con la testa e il cuore. Sei speciale, è vero, ma sei un ragazzo; e tutti i ragazzi che conosco, quando hanno una storia, vogliono avere il primo posto, se ne fregano di quello per cui lavori. Sai quante compagne hanno abbandonato la ginnastica per colpa dei loro fidanzati?»

Alex ride e mi abbraccia.

«Guarda che, modestamente, io non sono un ragazzo come gli altri. Non devi aver paura di nulla.  Davvero credi che t’impedirei di realizzare il tuo sogno? Tu con me puoi essere ciò che desideri.»

Vorrei tanto credergli, ma la paura mi blocca. Non voglio perderlo, però ho paura di perdere me stessa, se decido di mettermi con lui. Forse non sono ancora pronta, forse quello che provo non è ancora abbastanza forte per vincere le mie insicurezze.

Sto per rispondergli che sono irremovibile, che è meglio lasciar perdere, quando come un tornado le sue labbra si avventano ancora contro le mie. I suoi baci mi sconvolgono, mi portano su vette altissime e mi fanno girare la testa. Non è la prima volta che bacio un ragazzo. Un paio d’anni fa ho avuto anch’io la mia storiella estiva, durata il tempo di una vacanza a Rimini, ma il modo in cui Alex mi bacia non ha nulla a che vedere con i tiepidi scambi di saliva che ho avuto con Valerio.

Alex mi piace un sacco, dannazione! Dovrei concentrarmi solo su questo, ma la mia mente viaggia da un capo all’altro, senza trovare pace. Mentre lui mi bacia, mi sembra di sentire le voci. Da una parte Melania che mi ripete che mi sto facendo una marea di problemi, dall’altra Clarissa, che mi ricorda che se voglio arrivare alle Olimpiadi del 2020, devo cominciare a ottenere risultati concreti.

Appena si stacca da me, Alex mi scruta attentamente e scorge i segni della mia indecisione. Mi accompagna verso una panchina e mi fa sedere, poi mi cinge le braccia intorno al collo e io appoggio la testa contro la sua spalla. Stiamo fermi così per un paio di minuti e io ho il tempo di interpretare i segni del mio cuore. Devo ammetterlo. Stare vicino a lui mi fa stare bene, mi dà forza e coraggio. Forse sbaglio a lasciarmi vincere dalla paura. Forse è arrivato il momento di crescere e di vivere un vero amore. Sto per dirglielo, quando lui mi anticipa e ogni sua parola mi arriva come un secchio d’acqua ghiacciata in testa.

«Ascolta Maya. I tuoi dubbi mi hanno aperto gli occhi. Inizio a pensare che hai ragione tu. Sono stato frettoloso prima; credo sia meglio non correre. Tu pensa alla ginnastica artistica. Se per te va bene, quello che è successo stasera rimarrà un segreto tra di noi e poi, se e quando avrai meno preoccupazioni, ne riparleremo.»

No! Non posso crederci! Ho rovinato tutto. Potrei dirgli che ho cambiato idea, che voglio provare a vivere questo sentimento che sta nascendo dentro di me, ma non posso ruotare come una banderuola: prima mi vuoi e io no, ora non mi vuoi e io ti voglio. Farei la figura della bambina piccola.

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