Segnalazione “L’agenzia – Archivio” di Daniela Barisone & Juls SK Vernet

 

Readers esce il 31 ottobre “L’agenzia – Archivio” di Daniela Barisone e Juls SK Vernet edito Lux Lab 😘

 



Titolo:
 L’Agenzia – Archivio
Autore: Daniela Barisone – Juls SK Vernet
Data di pubblicazione: 31 ottobre 2020
Editore: Lux Lab
Serie: Soglie Instabili
Genere: Romance, MM, fantascienza, paranormal romance, LGBT
Link Amazon (ebook): https://www.amazon.it/dp/B08KRTCG5X


 
Sinossi 
L’Archivio non esiste.
O forse sì, da qualche parte nel Multiverso.
È proprio lì, all’ingresso dell’Archivio dell’Agenzia Milano che Vittorio Zanella deve riprendere servizio dopo i tragici eventi di Venezia.
Vittorio è un uomo distrutto nello spirito, devastato dal lutto e  persino il suo amato Direttivo Nazionale non lo vuole più tra i piedi e lo spedisce a Milano per recuperare i frammenti della propria mente spezzata.
Dell’Archivio non gli importa proprio nulla, ma quando incontra l’Aiuto Archivista Tiziano Colombo, tutto quello che credeva di sapere sui propri sentimenti, la propria sessualità e le proprie aspettative di vita va a farsi benedire.
Perché Tiziano, con i suoi modi pacati, la voce tranquilla e i tagli sul corpo è tutto il contrario di quello che vorrebbe avere e, allo stesso tempo, è tutto quello che desidera.
Nei meandri di un Archivio fuori controllo, Vittorio e Tiziano dovranno affrontare fluttuazioni della realtà e, con esse, anche le loro più recondite paure.
Ding. Ding. Ding. Diiiiing. Diiiiing. Diiiiing. Ding. Ding. Ding.
 
 


 
Incipit
 
“Dunque, Zanella.”
La stanza in cui era stato convocato era più o meno la stessa in cui era stato all’inizio, quando aveva consegnato il suo rapporto. Piccola, chiusa, con pareti di legno scure che levavano il fiato a una superficie già minuscola. Gli recava un senso di claustrofobia strano, una cosa mai provata prima. Le stanze del Direttivo Nazionale le conosceva più o meno tutte, ma quella no, era nuova. Era fatta apposta per metterlo a disagio. A disagio di cosa, avrebbe voluto dire. Si sentiva uno straccio, nonostante avesse messo su la sua migliore faccia di indifferenza e freddezza. Espressione standard, di quelle impenetrabili, la maschera che indossava nel momento in cui usciva di casa e che levava quando vi rientrava. Qualcosa di familiare al punto che Ginevra lo prendeva per il culo perché le sembrava di avere a che fare con due Vittorio diversi. Peccato che solo uno dei due Vittorio fosse sopravvissuto a quel cazzo di incidente ferroviario che era la sua vita, e aggrapparsi alla versione che almeno sul lavoro combinava qualcosa era una specie di miracolo.
“Abbiamo analizzato di nuovo la sua dichiarazione,” disse il Maresciallo Doretti. Non era Carta, il suo diretto superiore. Non avrebbero mai permesso a uno così vicino a lui di seguire la faccenda e in fondo era giusto così. No, Doretti era comunque uno a posto, per quello che ne sapeva. “E corrisponde agli eventi dichiarati dagli Agenti di Venezia e Milano.”
Vittorio si limitò a sbattere le ciglia un paio di volte. Certo che corrispondeva, l’avevano scritta Russo e Vianello a tavolino e gliel’avevano fatta ripetere trecento volte, finché non l’aveva imparata a memoria. Ginevra era morta, esplosa insieme a un mostro proveniente dallo spazio profondo appena qualche ora prima, e lui era stato infilato a forza in uno stanzino e minacciato di non dire niente di diverso da quello che il Direttore Scarpa aveva scritto per loro.
Vianello e Russo erano stati rigorosi, metodici, quasi militari. Erano quel tipo di Agente che avrebbe fatto una carriera fulminante nel Direttivo Nazionale. Erano uguali a lui e per questo gli era stato facile chinare la testa e annuire.
Sì, aveva capito. No, non avrebbe nominato i Custodi. Sì, Rambaldi era morta in azione. No, non avevano attraversato il Mondo 0.
“D’altro canto, lei non ci sembra in forma,” continuò il Maresciallo Doretti, appoggiando il foglio sulla scrivania di rovere. Alla sua destra un paio di dottori con il camice bianco annuirono in risposta, mentre alla sua sinistra un Capitano e un Tenente che non conosceva lo fissavano, imperscrutabili. Non c’era una sola donna lì dentro e non se ne stupiva. Dell’Arma dei Carabinieri il Direttivo Nazionale aveva preso il pacchetto completo: i gradi, le divise e il sessismo imperante. “Lei e Rambaldi eravate molto vicini, questo lo sanno tutti.”
Vittorio annuì, anche se non per confermare quello che Doretti insinuava. Per tutti lui e Ginevra erano fidanzati da anni. Anche nella sua testa a dirla tutta, se non fosse stato per il piccolissimo problema che la sua testa non andava d’accordo con il suo cazzo. Ginevra era bellissima, un fiore splendido… che lui non trovava appetibile e la cosa lo dispiaceva, lo irritava, perché Ginevra era perfetta per lui. Porca puttana.
“Sì, lo eravamo,” rispose, laconico.
 

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