Blog Tour “Il lancio della monetina” di Mariavittoria Isaja

 

Readers oggi il blog ospita la sesta tappa del blog tour de Il lancio della monetina di Mariavittoria Isaja uscito il 08 dicembre 2022 organizzato da Paper&Popcorn. Scorrete l’articolo per scoprire qualche informazione in più sull’autrice!

 

 

Titolo: Il lancio della monetina

Autore: Mariavittoria Isaja

Data di pubblicazione: 08 dicembre 2022

Editore: Self publishing

Genere: Memoir

Pagine: 250 circa

Formato: eBook 4€ – Cartaceo 13,52€

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Trama

Il mio manoscritto appartiene al genere “memoir”. Sono una serie di esperienze, di carattere diverso che seguono un tema conduttore: i sogni. Ognuno di noi nella vita ha degli obiettivi, dei gradini che desidera realizzare e che diventano parte delle tue esperienze, che svelano la tua personalità e il tuo essere. Esistono i sogni d’amore, quelli di viaggiare, d’amicizia e quelli che riguardano il tuo futuro, quelli a cui rispondi alla famosa domanda “cosa farò da grande?”. Ma non solo. Il mio libro tratta dei veri sogni, quelli che facciamo mentre dormiamo e che rappresentano le proiezioni delle nostre passioni, quelle più inconsapevoli ed inconsce. Ho scelto un titolo in spagnolo, sebbene il manoscritto sia interamente in italiano, perché il mio sogno più grande è quello di diventare insegnante di lingue straniere e che, quindi, rappresenta il mio obiettivo maggiore. Inoltre, il manoscritto è diviso in due parti: un prima e un dopo. La prima parte è legata a quei sogni adolescenziali in cui riponi la passione, ma sono ancora lontani per vederne l’effettiva realizzazione e sono differenti rispetto alla prospettiva adulta dei tuoi obiettivi; sono quelli segnati dalla ribellione, dalla voglia di scappare e dall’inconsapevolezza tipica di quel periodo. Mentre nella seconda parte, gli obiettivi sono legati alla parte matura che sta nascendo in te e che ti permette di vedere il mondo con occhi diversi in cui ti rendi conto che solo attraverso il sacrificio e lo studio puoi avvicinare quello che prima ti sembrava irraggiungibile. Il sogno che fa parte di ognuno di noi, che va oltre l’età, il sesso e il tempo è quello dell’amicizia. Il sogno di trovare qualcuno che possa condividere le tue scelte, che ti segua nella tua avventura, nonostante possa pensare che sia sbagliato. Dopo tutto l’amicizia è questo: capire le ragioni che ti hanno spinto a prendere quella decisione e aiutarti a trovare una soluzione che si adatti al meglio alla tua situazione. Non è criticare, e non è pensare a quello che sarebbe potuto succedere se avessi scelto in maniera diversa. Io credo che l’amicizia sia un concetto labile. Secondo me ci sono vari tipi di amicizia che attraversano le varie fasi della nostra vita partendo dai primi momenti in cui cerchi, tra i primi banchi di scuola, la persona più simile a te, per la quale il concetto di “amiche per sempre” avrà un vero valore. Quando fai parte di un gruppo numeroso composto da sole ragazze è molto facile che all’interno si creino dei gruppi più piccoli, di quelle persone con cui hai legato maggiormente. Arrivi ad un certo punto che ti vuoi sentire libera di poter staccarti dall’insieme e cercare di formare un altro piccolo cerchio. Ho combattuto molto per trovare una nuova armonia all’interno della novità senza che ci fossero problemi di “struttura complessiva”. Ci sono quelle amicizie occasionali, quelle con cui ti diverti una sera, quelle che ti aiutano a non pensare a niente, ma poi ci sono quelle in cui ti metti a nudo, in cui riveli il tuo vero essere, ma soprattutto l’inconfessabile. Ci sono amicizie più infantili, legate a quegli anni in cui la sperimentazione e la curiosità erano i tuoi punti di riferimento, quando agivi di impulso, senza riflettere, quell’amica che era la tua spalla, la scappatoia dalle regole e dalla logica del mondo degli adulti; e poi le amicizie che durano, che ti aiutano a crescere, quelle più mature e incondizionate. E’ l’amicizia che ti completa, è l’ altra parte di te. E’ quella che appartiene al presente, quando ti sei resa conto che vuoi lasciare indietro le stupidaggini, il passato, le cazzate da adolescente e che ti appoggerà nelle tue vere scelte, quelle che riguardano il tuo futuro.

 

 

 

Intervista Autrice

 

Ciao Mariavittoria! Benvenuta nel nostro blog, è un piacere averti qui con noi.

 

1. Partiamo con una domanda semplice: chi è Mariavittoria oltre le vesti della scrittrice?

Oltre le vesti di scrittrice, sono un’insegnante di inglese e spagnolo. Insegnare è la mia prima grande passione e per questo occupa la maggior parte del mio tempo. Sono sposata con Mattia e ho un gatto di nome Grogu (sono anche una fan di Star Wars). Amo scrivere da quando ho 15 anni sempre e cerco di ritagliarmi dei momenti per dedicarmi a questa passione, soprattutto da quest’anno che ho deciso di fare della scrittura un secondo lavoro, come impegno e dedizione.

 

 

2. Come nasce la tua passione per la lettura e la scrittura?

La mia passione per la scrittura nasce a 15 anni, mentre stavo leggendo “Il giovane Holden” di Salinger come lettura estiva per la scuola. Nonostante mi piacesse come storia, più leggevo e più mi interrompevo e mi chiedevo: “a cosa serve leggere?”, all’inizio mi rispondevo che mi sarebbe stato utile per scrivere meglio nei temi, ma era una risposta che non mi convinceva, legata troppo a un futuro immediato. Volevo qualcosa di più, che rimanesse. Allora, quella stessa sera, posai il libro sul letto, cercai un’agenda e iniziai a scrivere “Cara Kelly”; era una sorta di romanzo epistolare dal titolo “Lacrime di una favola”. Da quel momento in poi, non smisi di scrivere, tanto che dal quel romanzo nacque proprio “Il lancio della monetina”, sebbene abbia dovuto cambiare molti aspetti, a partire dal genere e apportare molte modifiche al testo, soprattutto al mio modo di scrivere che stava diventando più maturo e consapevole. La passione dela lettura è venuta come si dice “leggendo”, all’inizio obbligata dalla scuola, ma poi mi sono resa conto che leggere mi stava aiutando molto con la scrittura, oltre che permettermi di creare un legame intimo con i personaggi e inventarmi un mondo dove potessi realmente fare parte delle loro vite.

 

 

3. Quanto c’è di te nei tuoi romanzi?

Quando si scrive un libro è difficile transcedere completamente da te stessa, qualcosa rimane sempre tra le parole. “Il lancio della monetina” è un memoir pertanto le mie esperienze personali sono in prima pagina, sebbene con aspetti romanzati. Quando ci si avventura in questo genere, bisogna chiedersi: “quanto può interessare la tua vita?”. In questo romanzo ho voluto parlare di me, ma partendo da quello che poteva essere il particolare (un episodio della mia vita) fino a raggiungere l’universale con riflessioni che possono riguardare la vita di ognuno. Il tutto, con diversi punto di vista, uno passato, della “me” adolescente e piena di sogni a un presente quando quel cassetto dove li avevo riposti è rimasto vuoto. Nei romanzi precedenti “Finalmente arrivi tu” e il suo sequel “Come la prima volta” (pubblicati con Panesi Edizioni) le storie sono inventate, nulla di ciò che ho raccontato è mai avvenuto nella mia vita personale, ma dietro alla protagonista, Isabel, ci sono io mascherata da finzione. Lei è testarda, determinata e sa quello che vuole e trova ogni modo per raggiungere I suoi obiettivi sebbene con paure e molte incertezze.

 

 

4. Com’è nato il tuo primo romanzo?

Il primo romanzo che ho pubblicato nel 2018 è nato dal desiderio di evadere. Sembra una risposta scontata, ma per me è stato così. Stavo vivendo una relazione da anni che piano piano si stava consumando e stava diventando fredda, senza prospettive. Così decisi di scrivere una storia d’amore diversa, quella con un lieto fine, quella che io sentivo di non avere. Scrissi “Finalmente arrivi tu”, in cui, lo specifico sempre, il “tu” non è l’amore, e feci nascere tra i protagonisti nasce una folle ed emozionante storia. Io non sono Isabel e non mi è capitato quello che capita a lei. L’ho ambientata negli Stati Uniti e ho creato un architetto di 37 anni, dettagli che non avevano niente a che fare con me, ma rappresentavano il desiderio di crearmi una realtà lontana dalla mia vita quotidiana che iniziava a starmi stretta.

 

 

5. Solitamente da cosa trai ispirazione?

Non ho una particolare fonte di ispirazione. Sicuramente la mia vita e ciò che succede intorno a me sono un buon punto di partenza, da cui in seguito mi allontano quando invento le storie dei miei personaggi. Prendo ispirazione, molto spesso, dai miei sentimenti. Mi spiego: se mi succede qualcosa di spiacevole, racconto un episodio della mia protagonista in cui anche a lei succede qualcosa di simile. Non racconto ciò che è successo a me, ma proietto ciò che sento sulla mia storia inventata, in modo che possa raccontare un’emozione vera.

 

 

6. Come sono nascono i tuoi personaggi?

I miei personaggi sono tutti inventanti, ma per descrivere le loro peculiarità, sia fisiche che caratteriali, prendo ispirazione dalla gente intorno a me (e a volte, se ne accorgono!). Non prendo ispirazione interamente da loro, ma solo pochi dettagli, gli occhi, le mani, alcune caratteristiche del carattere e partendo da questo, aggiungo aspetti ai miei personaggi che non hanno a che vedere con loro.

 

 

7. Parlando di ambientazioni, come le scegli?

Sono il prodotto delle mie letture e nei miei romanzi le ambientazioni sono sempre le stesse: gli Stati Uniti. Cambio città a seconda della storia, ma gli States mi hanno sempre affascinato. Mi documento, cerco su internet tutte le informazioni di cui ho bisogno prima di scrivere una storia, anche se mi piace concentrarmi sulla vita dei protagonisti, cosa sentono, come agiscono, a cosa pensano e pertanto l’ambientazione non diventa rilevante.

 

 

8. C’è un genere che scriveresti volentieri e quale invece proprio non ti ispira?

Come credo si sia capito, prediligo il romanzo d’amore, ma ho scritto anche diversi racconti gialli pubblicati in diverse antologie. Ciò che credo che accomuni questi due generi che apparentemente sembrano così lontani, è la possibilità di descrivere con le parole ambientazioni, ma soprattutto emozioni. Io nel lettore cerco questo: emozionare. Entrambi i generi permettono di creare un forte coinvolgimento e desiderio di scoprire come prosegue la storia. Un genere che non mi ispira è il thriller, non credo ne sarei capace.

 

 

9. Quanto tempo dedichi alla scrittura durante la giornata?

Non riesco a scrivere tutti i giorni, il mio lavoro come insegnante non mi permette di farlo non per mancanza di tempo (basta organizzarsi), ma per mancanza di mente libera e soprattutto rilassata. Cerco, infatti, di scrivere il più possibile nelle vacanza estive e natalizie per poi dedicarmi alla partecipazioni di eventi letterari durante i week end dell’intero anno.

 

 

10. Scrivi con la musica o vuoi assoluto il silenzio?

Per quanto ci abbia provato molte volte a rilassarmi ascoltando musica, non riesco a concentrarmi pienamente se voglio scrivere. Ho bisogno di assoluto silenzio al fine di lasciare che la mia mentre si immagini quei luoghi e personaggi di cui ho bisogno per riempire nella pagina vuota del computer.

 

 

11. Cosa vorresti trasmettere ai lettori con questa tua opera?

Un tema ricorrente nel mio romanzo “Il lancio della monetina” è la percezione dell’errore che cambia a seconda se lo consideriamo un punto di partenza o una sconfitta che non ci permette di proseguire. Accanto a questo tema e connesso a esso è il raggiungimento dei propri sogni che cambiano con il tempo e la prospettiva con cui li guardiamo. Quello che posso consigliare ai miei lettori e di credere nelle proprie capacità, nell’impegno, nella fatica che prima o poi permetteranno loro di raggiungere gli obiettivi prefissati (se non sono cambiati nel frattempo!), di non aspettare che qualcuno bussi alla propria porta o di fare un viaggio a Roma per lanciare una moneta nella Fontana di Trevi. Dalle mie esperienze personali, ho capito che solo la nostra forza ci permette di arrivare in fondo e che bisogno solo avere il coraggio di aspettare.

 

 

12. Che consiglio daresti a chi vorrebbe scrivere il suo primo libro?

A chi vuole scrivere il suo primo libro, consiglio di comprarsi un quaderno, fare una scaletta di quello che vuole raccontare e di lanciarsi nel mondo infinito e complesso dell’editoria. (anche un computer va bene lo stesso, ma cosa c’è di più bello che il profumo della carta ancora da “sporcare”?). Non sempre funzionerà, io stessa mi sono lanciata e ho pubblicato in una piccola casa editrice. Non sono famosa e non so se un giorno lo diventerò, ma essere scrittrice non significa pubblicare milioni di copie all’anno, basta anche solo un lettore che riesce a emozionarsi delle tue parole, delle tue storie perché scrivere è come mettersi a nudo, creare un legame forte con il proprio lettore tanto che desideri un giorno di incontrarti perché grazie ai tuoi libri vi siete conosciuti un po’ di più.

 

 

13. Concludiamo con un’ultima domanda: cosa bolle in pentola al momento?

Ho appena concluso un romanzo che al momento è in fase di rilettura. È un romance (li adoro, che ci possono fare?), ma ha alcuni elementi del fantasy come la presenza di anime e sentimenti personificati che accompagnano i due protagonisti.

 

 

Mariavittoria ti ringraziamo per essere stata qui con noi e ti facciamo un grande in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!

 

 

Di seguito vi invitiamo a seguire anche le precedenti e nuove tappe per non perdervi nessuna curiosità sulla storia! 🌼

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