Blog Tour “Scacchi grigi 3 – L’alfiere caduto” di Sara Earine

 

Readers oggi il blog ospita la quinta tappa del blog tour di Scacchi Grigi 3 – L’alfiere caduto di Sara Earine uscito il 29 giugno 2023 organizzato da Paper&Popcorn. Scorrete l’articolo per scoprire qualche informazione in più sull’autrice!

 

 

 

Titolo: Scacchi Grigi 3 – L’alfiere caduto

Autore: Sara Earine

Data di pubblicazione: 29 giugno 2023

Editore: Self publishing

Serie: Scacchi Grigi #3

Genere: Urban Fantasy

Pagine: 480 circa

Formato: eBook 4,50€ – Cartaceo 12,50€

Link Amazon eBook  /   Link Amazon Cartaceo

 

Trama

Dani è ufficialmente l’erede della regina Celestina, sua zia e prima sovrana assoluta della dinastia Smajli, tuttavia la corte di Daimh non è pronta a scindere da Dani la macchia indelebile lasciatagli da suo padre, il traditore. Erede e regina si conoscono da poco e sono già uniti da affetto, stima e rispetto reciproci, ma le loro storie di vita hanno forgiato opinioni in netto contrasto. Dani non sa chi teme di più: il pregiudizio della corte o un’eventuale opposizione di sua zia. Intanto tra le mani si gira e rigira un ultimo appunto di sua sorella Nora, prigioniera e in fin di vita: una scacchiera disegnata a matita, composta interamente da quadrati grigi.
Quale che sia il messaggio criptato in quel disegno, Dani ha deciso di togliere di mezzo la ragione per la quale Daimh e gli eterni sono in guerra. Se avrà successo, dopo duemila anni Daimh sarà confrontata con i propri crimini obliati e gli eterni dovranno rinunciare alla vendetta. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo rischierà di farsi nemici entrambi i fronti e di spezzare in due il regno di Daimh.
In tutto questo, almeno può contare sull’amicizia e sull’appoggio di Eli, Tommy e del resto della squadra: con le parole e con i fatti mostrano la loro fiducia in lui e un fronte unito davanti a qualsiasi ostacolo. Il loro obiettivo non è la vittoria e perdere non è un’opzione: il loro «scacco matto» deve posarsi perfettamente in equilibrio su questo sottilissimo confine.

 

 

Intervista Autrice

 

Ciao Sara! Benvenuta nel nostro blog, è un piacere averti qui con noi.
1. Partiamo con una domanda semplice: chi è Sara oltre le vesti della scrittrice?
Non so quanto sia “semplice” definire una persona e non c’è persona più difficile da descrivere che sé stessi. Tuttavia posso avvicinarmi a una “Sara oltre le vesti della scrittrice” con una metafora: un collage. Sono insegnante di religione ed etica, una lettrice insaziabile, membro di un’orchestra, canto dove mi chiamano e disegno quando sono in vena. Quale che sia il mio ruolo, resto una persona molto calma, a volte timida, ma anche determinata e tenace.
2. Come nasce la tua passione per la lettura e la scrittura?
Addentrarmi, anzi, perdermi nelle parole, tra pagine e avventure è sempre stata una mia passione. Imparando a leggere già mi divertivo anche narrando storie ai miei fratelli minori, interpretando le voci e accenti teatrali dei personaggi e dal narrare storie a scriverle il salto è stato davvero impercettibile.
3. Quanto c’è di te nei tuoi romanzi?
Mi limiterò ai romanzi pubblicati. In Il Bianco Tristano e in Scacchi grigi riscontrate spesso la tensione tra giustizia, perdono e vendetta. Anche l’ignoranza della Storia è un elemento portante della trama. Il mio vuole essere un rimprovero sia al sistema scolastico sia alla società: non possiamo seppellire e dimenticare la Storia, altrimenti presto o tardi finirà per tornare a distruggerci, come lo fanno i mostri a Daimh. Un altro messaggio forte e chiaro attraverso questi quattro libri è che puoi vincere la guerra, ma ti ritrovi sulle spalle solo tappeti di cadaveri e anime spezzate.
Un’altra particolarità che riscontrerete in Scacchi grigi e in Il Bianco Tristano è che (fatta eccezione di Valentyna Smajli) le principesse non sono fisicamente appariscenti, al contrario sentiremo dire che sono le “popolane” quelle “belle”. La trilogia Scacchi grigi nasce mentre ero ancora una bambina delle elementari. Sono cresciuta come molti guardando film e cartoni animati dove la “principessa” ha un viso privo di acne, capelli biondi o rossi, un fisico alto e snello, ma sempre un pochettino più basse delle loro anime gemelle. Io adoravo quelle principesse e mi riconoscevo nel loro carattere – ma mi resi presto conto che la società non mi concedeva alcuna similitudine fermandosi all’aspetto fisico. Inoltre, nei fantasy e libri d’avventura che leggevo, i protagonisti erano maggiormente maschili. Quando chiesi al mio maestro perché, la risposta fu che le bambine erano capaci di immedesimarsi in un personaggio maschile, ma i maschietti se leggevano di una protagonista femminile avrebbero accantonato o deriso il libro. Dunque, forse per sfida a questa risposta che mi parve del tutto assurda, iniziai a definire le prime due principesse di un mio libro: Nora ed Eli hanno semplicissimi capelli castani e non voluminosi, poco curati, occhi scuri, un fisico del tutto nella media. Queste due principesse sono anche “donzelle in difficoltà”, ma non c’è “principe azzurro” che le salvi: o si salvano da sole, o si salvano tra ragazze. 
Nei miei libri pubblicati non trovate “me” come persona, bensì “me” come pensiero. Tuttavia, altra caratteristica tipica per chi mi conosce bene, non considero mai il mio pensiero una “verità assoluta” o la “soluzione ideale”, cosa che si rispecchia prontamente nella trama e nei personaggi: tutti i personaggi hanno il diritto a una propria e sacrosanta opinione e la loro decisione, che sia di comune accordo o divergente, viene rispettata e presa seriamente in considerazione.
4. Com’è nato il tuo primo romanzo?
I miei primi manoscritti sono stati “Scacchi grigi” e “l’arco perduto” mentre ancora andavo alle elementari. Voleva essere una sorta di esercizio, perché quando a scuola potevo scrivere storie a tema libero avevo fin troppa fantasia e troppe poche pagine a disposizione. Insomma, l’esercizio di limitare il numero delle pagine è fallito, ma ci ho guadagnato un intero mondo fantastico.
5. Solitamente da cosa trai ispirazione?
La risposta più breve è che traggo ispirazione dai sogni. Tuttavia sappiamo bene che i sogni sono una sorta di sintesi o reinterpretazione del nostro vissuto, la vita reale… quindi in fin dei conti a ispirarmi il fantasy è la realtà.
6. Come sono nati i tuoi personaggi?
Mi limito ai protagonisti di Scacchi grigi per non farla troppo lunga:
Nora prende ispirazione da una dissertazione tra i miei genitori e uno zio. Ero una bambina e di quella dissertazione, che ascoltavo distrattamente leggendo un libro, ricordo un’unica frase che mi colpì al punto da dar vita al carattere e a tutti i comportamenti ambigui di Nora: “una donna intelligente in questa società fa paura”. Con il suo personaggio praticamente metto in dubbio la frase di questo mio zio, ma al contempo, a tratti, la confermo. Come? Vi toccherà leggere “Scacchi grigi” per venirne a capo.
Eli come personaggio ruota a sua volta attorno a una frase: “la più grande debolezza che si possa avere è l’insicurezza”. Non so se ho davvero mai sentito questa frase o se in qualche modo è cresciuta dentro di me come un’osservazione, fino a diventare una caratteristica di Eli: chi è “Eli”? E chi è “Eli oltre le vesti della sorella” o “oltre le vesti della beniamina”? Anche il suo nome, “Elasha” racchiude una chiave di lettura della sua insicurezza: “e-lascia”. Giungerà a compimento il suo arco di trasformazione quando sarà in grado di “lasciar andare” l’insicurezza e la sua dipendenza dai fratelli.
Infine Dani: Dani rappresenta in un certo senso “l’idealista”. Nella mia esperienza personale, gli idealisti si trovano davanti a ostacoli che non sono in grado di scavalcare. Grandi sogni e quasi nulla di realizzabile. Dani invece si trova nella posizione giusta per realizzare i propri ideali: è un erede al trono, per la società maschilista di Daimh gli è andata bene di esser nato maschio e ha prontezza di spirito, una buona memoria, sani valori e impara in fretta. Paradossalmente sarà proprio la sua “idoneità” al ruolo di erede al trono che lo metterà in crisi a livello personale. Perché? Come? lo scoprirete leggendo i miei libri.
7. Parlando di ambientazioni, in base a cosa le hai scelte?
Per Daimh non posso dire di aver “scelto” la sua ambientazione… sono nati insieme e sono cresciuti intrecciandosi in modo inseparabile. Non potrei scegliere un’ambientazione diversa per Daimh, perché questa le calza a pennello. È fin troppo vistosa e innegabile l’ispirazione tolkeniana nelle descrizioni di Daimh: il sistema politico è simile a quello dell’Europa medievale, le case sono intrecci di alberi e di rami, tanto che si confonderebbero come parte integrante di un bosco. Per immaginarmi tutto questo mi sono state d’aiuto le descrizioni della Contea e delle città elfiche, anche se poi – probabilmente per evitare un ulteriore shock culturale ai miei protagonisti – ho aggiunto comunque alcune comodità di questo secolo: cucine elettriche, bagni in casa e luci elettriche (almeno nelle città). Per altri manoscritti (sì, al plurale) sto attingendo a piene mani… “altrove”. Manterrò il mio segreto finché non pubblicherò la prossima saga.
8. C’è un genere che scriveresti volentieri e quale invece proprio non ti ispira?
Pare palese che sguazzo nel fantasy e ogni tanto mi diverto a scrivere retelling delle classiche fiabe, ma giusto per me. Forse riuscirei a scrivere un breve racconto horror. Ma… non chiedetemi di battere a suon di tastiera una biografia o un romance: rispetto chi lo sa fare, ma a me personalmente verrebbe il rigetto alla scrittura. Non toglietemi la gioia del mio hobby!
9. Quanto tempo dedichi alla scrittura durante la giornata?
Non ho una routine giornaliera, ma ci sono giorni o serate in cui pianifico di prendermi tempo per la scrittura. Di solito si tratta del lunedì, oppure negli altri giorni scrivo di sera sul tardi, a meno che non ci siano degli impegni che mi tengono lontana dalla tastiera. Dipende anche di settimana in settimana, in base al lavoro. Quindi non posso quantificare in ore al giorno, né in ore alla settimana. Posso dire che comunque non riesco a non scrivere per più di cinque giorni consecutivi. Ne ho bisogno.
10. Scrivi con la musica o vuoi assoluto il silenzio?
L’assoluto silenzio per me non esiste. Vivo in una casa con una pessima insonorizzazione, perciò quello che guardano i vicini lo sento anch’io e viceversa. Da Radio Pilatus (la meno gradita) alle colonne sonore de Il Gladiatore e de I Pirati dei Caraibi. Meno male che a parte qualche documentario noioso abbiamo gli stessi gusti cinematografici. Scherzi a parte, capita che scelgo un pezzo musicale o una canzone perché mi aiuta a catturare l’emozione di una scena o di un personaggio. Comunque, quando tutto manca, mi faccio bastare il cinguettio dei passerotti fuori dalla finestra e il vento.
11. Cosa vorresti trasmettere ai lettori con questa tua opera?
Se un lettore o una lettrice chiude uno dei miei libri fermandosi a riflettere, un messaggio è già passato. Penso non ci sia messaggio più forte di quel momento di illuminazione, l’istante in cui ti rendi conto che la fantasia ti ha permesso di percepire di nuovo la realtà in cui vivi… non potrei desiderare di più.
12. Che consiglio daresti a chi vorrebbe scrivere il tuo primo libro?
Segui il tuo cuore, sii una persona che ascolta con attenzione e impara da più fonti mentre scrivi, riscrivi, getti tutto all’aria e ricominci. Una mia maestra di musica mi disse che anche la pausa era musica. Mi ha aperto un mondo, perché fino a quel giorno per me la pausa era stata una sorta di interruzione, un vuoto, il nulla. Dunque prenditi anche tempo: il tempo di non scrivere, gusta la lettura di qualsiasi altro genere o anche dello stesso genere, permetti a te stess* di crescere come persona. Quando avrai fatto della tua pausa una parte integrante della musica, vedrai il tuo manoscritto al di fuori dell’impulso creativo, sarai più oggettivo e di gran lunga più capace di rimetterci mano.
13. Concludiamo con un’ultima domanda: cosa bolle in pentola al momento?
Tecnicamente l’ho quasi già svelato su IG… ho in cantiere una saga intitolata “l’arco perduto”, ambientato in un altro continente, ma nello stesso mondo di Daimh. Avremo nuovi personaggi, una cultura completamente diversa e probabilmente, senza perdere la nota della speranza, assaggeremo delle tonalità più oscure all’interno della trama. Sarà una caccia al tesoro senza mappa e senza tesoro fisici; allo stesso tempo i personaggi, ognuno fissato sul suo obiettivo e irrigidito dal suo vissuto, finiranno per mettersi i bastoni tra le ruote a vicenda con le migliori intenzioni. I personaggi giocheranno come al tiro alla fune tra obiettivi personali, etici e anche semplicemente quelli lavorativi, incapaci di fidarsi gli uni degli altri – a meno che non ci si conceda il beneficio del dubbio. La ricchezza più grande di questa trama sono la vastità del continente sul quale possono muoversi e le numerose culture che vi convivono, un sistema politico altamente complesso e rinforzato da oltre quattromila anni di storia e di cambiamenti. Non vedo l’ora di mostrarvi la punta dell’Iceberg di tutto questo continente e soprattutto di ridere e di piangere con voi tra gioie e disavventure dei personaggi.
Sara ti ringraziamo per essere stata qui con noi e ti facciamo un grande in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri!
Di seguito vi invitiamo a seguire anche le precedenti e nuove tappe per non perdervi nessuna curiosità sulla storia! 🌼

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.