#BrokenComeFenici #VLove #Wattpad

Capitolo 20




3…2…1…






“Circondati di chi prende l’inferno dentro di te


e lo trasforma in fuochi di artificio bellissimi.”


~ Fabrizio Caramagna






Teresa


Era folle riuscire a percepire la sua presenza anche senza vederlo o sentirlo?


Era come se fossi in possesso di un sesto senso, riuscivo a sentire nell’aria un’elettricità che la saturava, potevo cogliere il suo profumo quando entrava in una stanza – che di per se era assurdo, perché lui non ne utilizzava di profumi.


Era irritante e allo stesso piacevole questa mia “dote”. Soprattutto irritate, perché iniziavo a chiedermi come fosse diventato possibile che il mio corpo avesse iniziato a percepire il suo, e per come ne bramavo la presenza. 


Trav era dietro di me, potevo sentire il suo fiato caldo sul collo. Mi stavo spogliando quando lui era in bagno, avevo indosso solo la biancheria e la pelle d’oca, che si stava espandendo sul mio intero corpo. 


<<È tutto okay?>>.


Sapevo benissimo a cosa si riferiva, dopo aver nominato Marco per sbaglio, dopo averne parlato, mi ero… irrigidita. Mentre parlavo con Nan non mi ero resa conto di aver fatto il suo nome, mi era venuto spontaneo. Il mio cambio di umore però, non era dovuto al fatto di aver pensato a Marco, ma di non averlo fatto. Era questo il problema, aver tirato fuori l’argomento come se nulla fosse.


Continuai a rimanere rivolta verso il letto, dandogli la schiena, e annuii invece che aprir bocca. 


<<Ne sei sicura?>>, con le dita mi sfiorò il polso, le mie terminazioni nervose si accesero come fa il cielo il 4 luglio. 


<<Si>>.


Tentai di voltarmi ma le sue mani, che andarono a serrarmi i fianchi, me lo impedirono, così mi limitai a voltare il capo. Incrociai il suo sguardo, le pupille dilatate e un guizzo malizioso negli occhi. La tensione sessuale che avevamo provato al locale tornò divampando come un fuoco.


<<Voglio scoparti>>, una fitta mi investì il basso ventre, la sua voce roca era così eccitante.


<<Voglio che mi scopi>>.


Mi allungai per avvicinare la mie labbra alle sue, volevo assaggiarlo. Si sporse a sua volta, per darmi la possibilità di far incontrare le nostre bocche. Il baciò iniziò come una soffice carezza, quando però le sue mani vagarono sul mio corpo si accese la miccia.


Mentre mi passava le mani sulla pancia, risalendo verso il bordo del reggiseno, sollevai le braccia e gliele avvolsi attorno al collo. Lo spinsi contro le mie labbra facendogli sfuggire un gemito e infilai la lingua nella sua bocca. Assaggiai il suo sapore e lui fece lo stesso con me, iniziando una gara di affondi. Nel mentre le sue mani salirono sempre più su, finché non lo sentii abbassare le coppe per liberarmi i seni. Emisi un verso strozzato nella sua bocca quando afferrò un capezzolo per poi strizzarlo. Scosse di piacere mescolate a dolore partirono da quel punto per arrivare al centro pulsante del mio calore.


Con la punta delle dita iniziò a seguire una linea immaginaria che lo portò al bordo del mio perizoma, lo scostò e si fece strada oltre il pizzo diretto al centro del mio piacere.


Sospirai a bocca aperta quando racchiuse la mia femminilità nella sua mano, la sua pelle fredda fu quasi un sollievo per il bruciante calore che sentivo nel corpo.


<<Sei così liscia>>, quando infilò un dito dentro di me rinunciai a baciarlo, lasciai ricadere le braccia lungo i fianchi e la testa contro la sua spalla, <<E così morbida e calda>>.


La sua voce bassa e roca contro il mio orecchio era in grado di eccitarmi quasi quanto le sue dita dentro il mio calore.


<<Stretta>>.


Gemetti.


<<Bagnata>>.


Catturai il labbro inferiore tra i denti.


<<Perfetta>>.


Mi inarcai contro la sua mano desiderosa di avere di più.


Estrasse le dita e mi sfuggì un mugolo di protesta, un secondo dopo però mi tirò giù la biancheria, mi girò afferrandomi per i fianchi, si mise in ginocchio e affondò la lingua nel mio sesso.


Gridai il suo nome mentre le mie dita andarono a intrecciarsi a suoi capelli.


Mi afferrò i glutei e li strizzò forte mentre banchettava con il mio corpo. 


La vista della sua testa tra le mie gambe, quella parvenza di potere, portò la mia eccitazione a un altro livello. Lo sentii sorridere contro la mia pelle quando feci pressione sulla sua testa e portai in avanti il bacino. Ormai ero in punta di piedi ed ero sicura che mi avessero sentita gemere anche nel palazzo di fronte, quando sentii la sua bocca succhiare il mio clitoride, le sue dita affondare nella mia carne, e ogni mia cellula accendersi come fuochi d’artificio pronti a esplodere.


3…2…1…


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