#BrokenHeart #VLove #Wattpad

Capitolo 29

“Si soffre molto

per il poco che ci manca

e gustiamo poco

il molto che abbiamo.”

– William Shakespeare 

Logan

Dire che quella mattina mi ero alzato con la luna storta era un eufemismo. Tutto era iniziato con una chiamata di mia madre.

<<Non ci sono riuscita…>>, un singhiozzo strozzato, <<mi aveva promesso che non lo avrebbe rifatto>>, un altro singhiozzo, <<aveva detto che amava solo me>>, un gemito di dolore, <<lo stronzo l’ha rifatto!>>, un verso di rabbia, <<con la terapista di coppia!>>, un nuovo verso di rabbia, <<non è nemmeno eticamente corretto! Cazzo!>>. Mia madre non imprecava mai, mi riempiva di sberle ogni volta che io lo facevo. <<Posso venire da te?>>, un sospiro di supplica.

Mi strofinai gli occhi ancora annebbiati dal sonno. Erano le sette del mattino, cazzo!

<<Non dovresti essere tu ad andartene ma lui!>>. Non era giusto che fosse lei a lasciare la sua casa, doveva essere lui a fare le valigie e a sparire dalla sua vita.

<<Non me ne frega un cazzo della casa. Non posso dormire nel letto in cui si è scopato chissà quante donne! Quella casa sono solo quattro cazzo di mura>>, un’altra imprecazione che mi fece sorridere, <<i ricordi più belli li ho tutti nel mio cuore e negli album della tua infanzia>>, un piccolo singhiozzo. <<E poi è almeno una settimana che me ne sono andata…>> mormorò.

<<Che cosa? E dove sei stata? Perché non mi hai chiamato prima?!>>.

La sentii fare un verso che non decifrai. <<Sono da Jason… e prima che tu possa arrabbiarti con lui, sono stata io a pregarlo di non dirti niente!>>.

Strinsi la mano a pugno, mi sarei sicuramente arrabbiato con Jason!

<<Quando vuoi che ti venga a prendere?>> domandai rassegato. Non serviva a nulla che mi arrabbiassi in quel momento, ormai ciò che era fatto era fatto. Dovevo stare al fianco di mia madre e basta. Con Jason me la sarei vista dopo… 

<<In realtà Jason si è offerto di accompagnarmi. In questa settimana ho sistemato un po’ di cose è per quello che non ti ho chiamato prima…>>, passò un attimo di silenzio nel quale mi salì la voglia di prendere a botte mio padre, <<Ho parlato con un avvocato e firmato le carte per il divorzio. Tuo padre questa volta non ha fatto storie e in poco tempo le pratiche dovrebbero essere apposto. La casa ho deciso di vendergliela, mi darà la mai parte. Con quei soldi e con quello che mi aveva lasciato il nonno ho deciso di comprarti la casa. So che vuoi andartene da Boston e che era tua intenzione sistemare la casa di Brokenheart per iniziare una nuova vita. Voglio aiutarti ed allo stesso tempo voglio iniziare una nuova vita anche io, ho bisogno di cambiare aria e poi…>>, ci fu un piccolo silenzio dopo il suo sproloquio in cui non aveva preso nemmeno per un secondo il respiro, <<il nonno mi manca, e quale modo migliore se non stare nella casa in cui è cresciuto per sentirlo più vicino?>>, sapevo che stava cercando di fare di tutto per non piangere, dannazione, pure a me stavano pizzicando gli occhi! 

<<Sei sicura?>> fu l’unica cosa che riuscii a dire. Ero stato travolto da troppe informazioni ed erano le sette del mattino!

<<Certo. Non mi è mai andata particolarmente a genio la tua idea di vendere la casa, ma sapevo che avevi bisogno di ricominciare da capo e il nonno l’aveva lasciata a te quindi non ho detto nulla. Adesso che avrò la mia parte di soldi da tuo padre posso comprarla io e tu potrai andare dove vuoi… anche se spero non troppo presto…>> la sua voce era dolce. 

<<Quando vieni?>>.

<<Oh, si ecco… Jason mi ha detto che saresti tornato a Boston per… è una stronzata lo sia vero? Non riesco nemmeno a dirlo!>>.

Mi strappò un sorriso. Non avevo sentito mia madre imprecare in tutta la sua vita ed adesso lo stava facendo ogni due per tre. Capii però a cosa si riferiva e sentii un stretta allo stomaco.

<<Era un’idea… non ho ancora confermato nulla a Jason>>.

<<Mi ha detto che te l’ha suggerito una ragazza?>> domandò maliziosa.

Mi sarei sicuramente arrabbiato con Jason!

Pensare a Claire però mi fece spuntare in faccia uno stupido sorriso. Erano passati due giorni da l’ultima volta che l’avevo vista. Non riuscivo a dimenticarmi quello stupido ballo… Le nostre mani che si sfioravano, i nostri sguardi persi l’uno nell’altro, il calore che sentivo sulla pelle quando le tenevo saldamente la vita… 

<<Già, ecco lei…>>, mi resi improvvisamente conto di non avergli mai parlato di Rose. Certo lei sapeva del diario, ma tutte le volte che l’avevo chiamata mi sentivo a disagio nel parlagliene, anche se non lo diceva mai, sapevo che il fatto che sua madre l’avesse abbandonata la turbava e quando aveva scoperto che il nonno, dopo tutti quegli anni, amava un’altra donna… ecco, sono quasi certo che si chiese se non fosse stato per quello che sua madre se ne fosse andata. <<È la nipote della vicina>> dissi semplicemente. Quando sarebbe stata qui glielo avrei spiegato e gliela avrei presentata. A quel punto avrebbe adorato Rose… come si poteva non farlo?

<<Ed è carina?>>.

Emettei un grugnito. <<Mamma!>>.

<<Che c’è?! Voglio che tu sia felice amore!>>.

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