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CAPITOLO 17

ALEX

Lei dorme, anche se è pieno pomeriggio. La guardo e provo lo stesso moto di tenerezza che sento ogni volta che sto con lei.

«Ciao, ci vediamo più tardi.»

La bacio sulla fronte e passo a salutare Luisa, che sta ricamando seduta vicino alla finestra. Se non ci fosse lei a controllarla quando esco, la mia vita sarebbe di certo più difficile. Le sono infinitamente grato. Nonostante sia sempre molto impegnata, non vuole mai niente, né soldi né regali. Dice che tutto sommato la sua pensione è abbastanza ricca per permetterle di fare un po’ di volontariato.

Scendo le scale che odorano di cipolla fritta e non vedo l’ora di uscire all’aria aperta. Fuori dal portone mi stanno già aspettando.

«Ehilà! Ogni tanto ci vediamo…» dico a Tiago, dandogli un cinque.

«Sai com’è? Sono stato preso in questo periodo. Tutta colpa dell’esame di teoria. Per fortuna venerdì è andata bene. Un passo in più verso la patente.»

«Non vedo l’ora… Almeno la domenica ci facciamo scarrozzare al lago per acchiappare qualche pollastrella» commenta Ruben.

«Ottimo! Stai per uscire con Melania e già pensi alle tue prossime conquiste?» domando divertito.

«Che hai capito! Dicevo tanto per dire. Mel mi piace, eccome! L’altra sera abbiamo ballato insieme e ti devo dire che, se non fosse stata di fretta, mi sarei dato subito da fare.»

«Oh! Così va meglio, frate. Sai come la penso: le ragazze non vanno pigliate per il culo. Anche perché Melania è nella mia classe e se le spezzi il cuore, poi finisce che viene a rompere a me» dico, mentre ci avviamo verso il treno.

«Un discorso disinteressato, direi» ride Tiago. «Ma ditemi un po’, questa Ginny com’è?»

«Mi dispiace, non la conosciamo» spiega Ruben.

«Che disdetta. A quanto pare voi vi prendete le gnocche e a me rimangono le briciole.»

«Qui l’unico che ha un incontro galante oggi è Ruben, noi siamo i suoi chaperon» commento, mettendogli una mano sulla spalla per consolarlo.

«E che sarebbero questi chaperon? Qualcosa che si mangia?»

Tiago è sempre la solita forza della natura. Più grande di un anno, assomiglia molto a suo fratello, anche se madre natura gli ha fatto dono di due più comuni occhi color cioccolato. Infatti spesso si lamenta, perché Ruben, pur essendo più piccolo, fa più conquiste di lui. Fermi alla stazione del treno, gli spiego che in pratica io e lui facciamo da spalla a Ruben per aiutarlo a conquistare Mel, ma lui non sembra convinto.

«Eh no! Io non faccio da spalla a nessuno. Ho accettato di uscire per fare la conoscenza con una di queste ragazze; per cui, visto che Ruben smania per Melania e tu hai una tresca con Maya, vedrò di combinare qualcosa con Ginevra, sempre che non sia molto cessa.»

«Ma io non ho nessuna tresca…» provo a rispondere.

«Meglio così. Vorrà dire che avrò più scelta» dice Tiago e all’improvviso l’idea che mi possa portar via Maya da sotto il naso non mi piace per niente.

«Maya non fa per te» rispondo secco.

«Guarda che io faccio quel cazzo che voglio» risponde lui, mettendosi in punta di piedi e appoggiando la sua fronte contro la mia.

No, non va bene per niente. Non so che mi prende. In questo preciso momento sarei pronto a battermi contro il fratello del mio miglior amico pur di difendere l’onore di Maya, come un antico cavaliere durante un torneo. Ruben guarda me e lui e non sa che dire. Teme che da un momento all’altro possa scoppiare una rissa.

Stiamo fermi alcuni secondi, guardandoci fissi negli occhi, e io non so bene che succederà.

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