Readers come passerete questo week end? Io vi lascio con un bel capitolo della Fan Fiction CrossFire di Anita Sessa 😘
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Quando mi svegliai, quella mattina, il profumo di Eva mi inebriò. Mi avvicinai a lei, stringendola da dietro. Eravamo entrambi nudi e non faticai molto a infilare l’uccello tra le sue cosce calde, strusciandomi contro il suo sesso. La penetrai prima ancora che fosse del tutto sveglia, grugnendo di piacere contro il suo orecchio.
«Bene, bene» mugolò, stiracchiandosi contro di me «Sei vivace stamattina.»
«Tu sei bellissima e sexy ogni mattina» mormorai, mordicchiandole la spalla. «Adoro svegliarti»
Prima che potesse aggiungere altro, le tappai la bocca con un bacio, ingoiando i suoi gemiti di piacere mentre la scopavo a dovere. Venimmo dopo pochissimo, entrambi. Ma questo non mi fermò dal continuare a scoparla ancora, dal farla venire succhiando il suo sesso con voracità e dal prenderla di nuovo sotto la doccia.
Rividi Eva solo a fine giornata e andammo insieme in palestra. Quando nel corridoio incontrammo Daniel, uno dei personal trainer, ed Eva lo salutò le assestai una pacca di avvertimento sul sedere.
«Ehi» protestò, colpendomi la mano. «Dacci un taglio.»
Per tutta risposta le tirai delicatamente la coda all’indietro, raggiungendo le sue labbra e appropriandomene con passione. La sentii fremere tutta.
«Se questa è la tua idea di deterrente devo dire che sembra piuttosto un incentivo» sussurrò quando le diedi il tempo di respirare. «Alzerei volentieri il livello di una tacca.»
Le strinsi il labbro inferiore tra i denti, tirandolo lentamente verso di me.
«Ma ti suggerisco di non mettere alla prova i miei limiti in questo modo, Eva» la avvertii.
«Non preoccuparti. Ho altri modi per farlo» sussurrò lei.
Le risposi con un sorriso, allontanandomi verso il tapis roulant. Mi raccolsi i capelli all’indietro con un elastico e iniziai il mio allenamento.
Una o due volte incrociai lo sguardo lussurioso di Eva. Si passò la lingua sulle labbra, sorridendomi maliziosa. Inarcai un sopracciglio, minacciandola con lo sguardo. Ma la verità era che non vedevo l’ora di essere di nuovo dentro di lei.
Quando tornammo verso il mio appartamento, Eva sembrò molto irrequieta sul sedile posteriore della Bentley. Ma non le diedi la soddisfazione che stava disperatamente cercando.
«Dovrai aspettare» sussurrai.
La sua espressione divenne confusa.
«Cosa?» chiese.
«Mi hai sentito» risposi calmo.
Le presi la mano nella mia e me la portai alle labbra, baciandole le dita e facendole l’occhiolino.
«Piacere rinviato, angelo» sussurrai.
«Perché?»
«Pensa a quanto staremo impazzendo l’uno per l’altra dopo cena» le spiegai.
Eva inspirò, avvicinandosi a me.
«Questo è scontato, che aspettiamo o no. Io voto no.» disse con una smorfia.
Sorrisi, enigmatico. Ma non la assecondai. Arrivati a casa la stuzzicai ulteriormente. Stabilii che ci spogliassimo a vicenda, ci lavassimo insieme sotto il caldo scroscio d’acqua della doccia e poi ci vestissimo per la cena.
Avevo scelto personalmente l’abito per Eva, ma quando me la trovai davanti capii che l’effetto su di lei era totalmente diverso da quello che avevo immaginato. La seta color champagne copriva a malapena il suo corpo pieno e formoso. Il bustier non riusciva a contenere il suo seno prorompente se non in minima parte e gli strati di stoffa che scendevano le coprivano a malapena il culo. Eva sorrise consapevole. La mia erezione si affrettò a mostrarsi in tutta la sua gloria.
«Mio Dio, Eva.» sussurrai, aggiustandomi i pantaloni. «Ho cambiato idea riguardo a quel vestito. Non dovresti indossarlo in pubblico» mormorai, a corto di fiato.
«Non c’è tempo per cambiare idea» replicò lei.
Non mi sfuggì che aveva lasciato apposta i capelli sciolti, per tentare di coprire la parte superiore del suo seno.
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