Sette Blog per Un Autore: Giuseppe Gallato

 

Readers l’ospite di questa settimana per l’iniziativa Sette Blog per Un Autore ideata dal blog Gli occhi del lupo, è Giuseppe Gallato!

 

 

Titolo: I doni dell’abisso

Autore: Giuseppe Gallato

Data di pubblicazione: 01 giugno 2023

Editore: NPS Edizioni

Genere: Dark Fantasy

Pagine 160 circa

Formato: eBook 2,99€ – Cartaceo 15€

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Trama

Tra i campi e i valloni silenziosi della Sicilia, a ridosso del Monte Alveria su cui sorgono i resti del borgo abbandonato di Noto Antica, qualcosa si nasconde nelle profondità.
In un giorno che volge al crepuscolo, un ragazzino affetto da mutismo cade in un pozzo e si trova costretto ad affrontare una creatura millenaria che brama la sua carne e il suo sangue. Ma nei recessi della terra, in quella prigione di pietra, quello stesso mostro feroce vuole concedergli una possibilità. La salvezza in cambio di una promessa. Abbandonarsi ai suoi doni per redimere la sua anima, per liberarsi dal male e sottrarsi al grande abisso.

 

 

Intervista Autore

 

1) Chi è Giuseppe Gallato? Raccontaci qualcosa su di te.
Ciao e grazie per l’invito! Sono un docente laureato in filosofia, uno dei motivi per cui prediligo molto leggere – oltre al fantasy, thriller e horror – saggi di matrice filosofica.
Amo l’universo lovecraftiano, i libri di Wulf Dorn e lo stile adrenalinico dello scrittore Matthew Reilly. Sono un master di giochi di ruolo, anche se l’altra mia grande passione rimane la dea musica, quando posso mi diletto a suonare pianoforte, synth e workstation.
Ho all’attivo diverse pubblicazioni in ambito letterario e una discreta produzione di short stories che mi ha permesso di ricevere vari riconoscimenti. Sono autore di “Incantesimi nelle vie della memoria”, antologia in cui tratto sotto diverse prospettive il tema dell’esplorazione della dimensione onirica, dell’horror fantascientifico “Awakening – la genesi dell’anima” e del libro di stampo fantasy folcloristico “I doni dell’abisso”.

 

 

2) Come è nata la tua passione per la lettura? E quella per la scrittura?
L’amore per la lettura e la passione per la scrittura sono nati tanti eoni fa, ma il rapporto con tali sfere creative si è consolidato durante il periodo universitario: erano anni in cui oltre a studiare filosofia, mi ero avvicinato molto alle teorie sui sogni e a ciò che caratterizza l’uomo, ossia la memoria. Da qui, il desiderio di infondere ai miei scritti significati legati al mondo onirico in tutte le sue plurime accezioni. E per fare ciò avevo bisogno di un mezzo molto potente, in grado di mettere in comunicazione il reale con l’irreale, un genere letterario capace di librare i pensieri, di svincolarli da qualsiasi pregiudizio, di decifrare l’enormità di questo sconfinato e sconosciuto regno che noi chiamiamo realtà: il fantasy.
Come la scrittura, anche la lettura ha un posto speciale nella mia vita. Leggere fa bene perché allarga i nostri orizzonti, allena la nostra mente, affina e arricchisce il nostro lessico. Senza contare che con la lettura siamo in grado di dialogare con il nostro intelletto, di stimolare l’immaginazione e la creatività, di metterci in contatto con il nostro sé più puro e profondo.

 

 

3) Quanto tempo dedichi alla scrittura durante il giorno?
Spesso devo spendere parecchie energie per dare alla scrittura il tempo e l’attenzione che merita, questo perché il lavoro molte volte mi ruba parecchie energie. Tuttavia, quando per qualche strana congiunzione astrale sono libero da impegni, mi lascio trasportare completamente dalla scrittura. Per quanto tempo? A volte anche per otto, nove ore al giorno, pause annesse: sono piuttosto metodico, spesso elaboro una struttura e organizzo il lavoro attraverso schemi, appunti e mappe; leggo e rileggo allo sfinimento, correggendo, revisionando, ed editando.

 

 

4)Quando scrivi solitamente preferisci il silenzio assoluto.
A volte sì. Il silenzio ha il potere di mettermi in comunicazione con il lato più profondo, di riflettere la propria individualità, di trasmettere le proprie esperienze, il proprio vissuto attraverso le parole e le trame, strumenti che diventano un compendio di tutto ciò che ci riguarda e che da sostanza alle nostre idee. Ma altre volte necessito di ascoltare musica o, perché no, suonare il pianoforte e i synth. Per me scrittura e musica sono delle anime, nobili ed eterne, che hanno la straordinaria capacità di affinare la mente, di librare i pensieri, di riflettere puramente e dialogare con l’essenza di ciò che è e di ciò che ancora non è, di mettere in comunicazione il reale con l’irreale. Anime che insieme permettono al mio sé “ladro di fuoco” – per dirla alla Rimbaud – di elevare la mia capacità creativa, di liberare la fantasia e il mio estro per dare vita a straordinari e imprevedibili incanti.

 

 

5) I tuoi romanzi hanno delle colonne sonore?
Questa è proprio una bellissima domanda. Come già detto in precedenza, scrittura e musica sono delle anime nobili ed eterne che dialogano dentro di me durante il processo creativo, anime che si ispirano ininterrottamente a vicenda. Spesse volte, prima di iniziare a scrivere, mi siedo al pianoforte e mi lascio trasportare… alla ricerca di una scintilla, dell’ispirazione. Altre volte, invece, succede l’esatto contrario… sono le stesse storie che mi suggeriscono le note da suonare o le colonne sonore da ascoltare. A chi legge “I doni dell’abisso” consiglierei le stesse musiche che ho ascoltato – assimilato e interiorizzato – durante la sua stesura. Dai Nightwish alle composizioni di autori famosi come Hans Zimmer, in particolare le OST dei film Oblivion, Interstellar, Inception, Batman vs Superman, The Dark Knight, The Lord of the Rings, Il Codice Da Vinci.

 

 

6) Qual è il tuo autore e il tuo libro preferito?
Questa è davvero una domanda difficile, ci sono tanti libri di cui serbo un ricordo indelebile. Ma se proprio devo scegliere, direi “Le sette prove” di Matthew Reilly. Si tratta dello scrittore che più di ogni altro ha segnato il mio stile: una delle caratteristiche principali dei suoi romanzi è l’azione pura, il ritmo adrenalinico che riesce a imprimere alle sue storie, di forte impatto cinematografico. Reilly, inoltre, fa un uso splendido dei cliffhangers, un espediente narrativo a cui sono molto legato. In buona parte è grazie a lui se mi sono avvicinato al mondo della scrittura. Non so quante volte ho letto “Le sette prove” e quante volte mi sono identificato nel mitico Jack West Jr, personaggio alla ricerca del Vertice Aureo, la punta d’oro scomparsa della Piramide di Giza che, secondo antiche leggende, conferisce il potere di dominare sui popoli della terra per mille anni.

 

 

7) Se potessi cambiare qualcosa della storia ormai pubblicata, lo faresti? Se sì, perché? (Raccontacelo nei limiti dello spoiler)
I doni dell’abisso” risiedeva nella mia mente da tempo, ma ha atteso con pazienza il momento giusto per essere raccontato. Non cambierei nulla della storia, penso che i significati che ho voluto veicolare attraverso i doni – i racconti – giungano al lettore con la giusta dose di forza.

 

 

8) Ti sei ispirato a qualcuno per la descrizione fisica/caratteriale del tuo/dei tuoi personaggio/i?
Il libro è ispirato alle leggende siciliane, quindi per la sua stesura – soprattutto in una fase iniziale – ho dovuto condurre tante ricerche in merito e analizzare i luoghi in cui le tradizioni folcloristiche affondano le proprie radici. Quelle della Dragunara e di Cariddi sono tra le storie che hanno richiesto maggiore tempo in fase di studio e documentazione, e sono anche quelle in cui emerge in modo preponderante un’alta componente simbolica, uno stile dalle sfumature psicologiche e da precise contaminazioni filosofiche.

 

 

9) Che consiglio daresti a chi vorrebbe pubblicare il suo primo libro?
Non finirei più di parlare se dovessi rispondere in maniera esaustiva a questa domanda! Mi limito a dire soltanto qualcosa che, probabilmente per molti, risulta scontata: non pubblicate con case editrici a pagamento o che chiedono compensi economici esorbitanti per editing e altri servizi che dovrebbero fornire normalmente. Non avete fretta di pubblicare, prendetevi il tempo necessario per operare le giuste scelte, da quelle stilistiche a quelle relative agli aspetti promozionali. E soprattutto, scrivete ciò che vi piace scrivere davvero!

 

 

10) È il momento dello “Spot Time”. Perché i lettori dovrebbero acquistare questo romanzo?
La lettura dei doni è un “riflettersi” nell’abisso, svela l’identità a se stessa, accresce l’auto-riflessione, desta la coscienza e rinnova in noi la consapevolezza dell’esserci. “I doni dell’abisso” sono storie di cui il lettore deve fare tesoro, deve portare con sé per il resto della sua esistenza, perché ci insegnano qualcosa di importante, di utile e di umano: il valore della giustizia, il potere della speranza e soprattutto quello della fiducia. Ciò che facciamo in qualche modo ritorna, le nostre azioni ci qualificano per quello che siamo.
Abbiamo tutti la possibilità per cambiare il nostro destino e quello del mondo, la possibilità di proseguire il nostro cammino in maniera giusta… prima che l’abisso decida di portarci giù nelle sue viscere profonde.

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